
Calcio, Bologna - Catania 1 - 0
LINO BANTI
Direzione incomprensibile
A un certo punto, l'ho presa a ridere. L'ineffabile "fischietto" livornese, non nuovo a performance carnascialesche (dato che ci avviciniamo a tale importante ricorrenza), si è voluto produrre in una delle sue migliori interpretazioni, stile commedia sexy anni '70. E, in perfetta continuità con il suo quasi omonimo adesso "nonno" per eccellenza, ha preferito deliziare il pubblico bolognese con una riedizione di "Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio", nella quale il grande Pasquale Zagaria, in arte appunto Lino Banfi, dava il meglio di sé, sciorinando una serie innumerevoli di gag fulminanti. Peccato che di mezzo ci sia lo sventurato Catania. Segno che la stagione non è delle più fortunate. L'arbitro labronico, probabilmente il più scarso dell'intero "parco" nicchiano (e, visto il resto, ciò dice tutto), non accorgendosi di star dirigendo un incontro tranquillo e tutt'altro che violento, fin dai primi minuti s'è ingegnato di innervosire tutti, così da rendere schizofrenico anche l'ultimo magazziniere presente al "Dall'Ara", figuriamoci i tifosi di entrambe le squadre. Incomprensibile il primo "giallo" ad Alvarez, che poi ci mette certamente del suo a farsi espellere al 21' per un fallo, questo sì, da ammonizione. Partita falsata già in avvio, quindi, e sfortunatamente con il Catania quasi padrone del campo. Non c'è da sacramentare in tutte le lingue conosciute e sconosciute? Non contento, il buon Banfi, ooops... Banti, continua a tirar fuori gialli a iosa, come se stesse dirigendo Iran-Iraq con Saddam e gli Ayatollah in tribuna. E, poi, che fa? Ti grazia dapprima Britos che, già ammonito, si macchia di un ulteriore fallo da ammonizione e, per chiudere in bellezza, non espelle, e sarebbe stato sacrosanto, lo sconsiderato Ledesma il quale, anche lui già "cartellinato" (pure in questo caso incomprensibile la prima ammonizione all'argentino), atterra, dopo aver commesso una "minchiatona con il botto" (scusate il francesismo, ma tentare un dribbling da ultimo uomo con l'avversario a tre metri mi sembra folle), l'incredulo Di Vaio lanciato a rete. Da questa stessa "superminchiata", per inciso, nasce il gol del Bologna di Portanova, Bologna del resto mai pericoloso fino a quel momento, seppur in vantaggio numerico. Una gara "indirizzata" fin dall'inizio, insomma, una gara sulla quale non si può dare un giudizio completo, tanto meno in merito alle nuove potenzialità del Catania. Si può solo dire una cosa: fino al 20' dominava, poi ha sofferto pochissimo, sfiorando il pareggio nel finale, quando Martinho e Ricchiuti hanno fallito conclusioni abbastanza facili da mettere dentro. Significherà qualcosa?
Un Catania in ripresa
Comprendo come il dato numerico parli chiaro: quart'ultimi a 23 punti in classifica, a una lunghezza dal Brescia terz'ultimo, per giunta con uno dei peggiori attacchi della Serie A. Sette sconfitte nelle ultime nove gare. Numeri da brividi. Numeri da squadra che lotterà fino all'ultima giornata per evitare la retrocessione. Ma questa consapevolezza, mi sembra, l'abbiamo già raggiunta da qualche settimana. E ci siamo abituati. Tuttavia, nell'orgia momentanea di pessimismo, fra gente che pontifica di "B sicura" e affini, mi sento di lanciare un messaggio positivo, un messaggio di ottimismo. Facendo sommessamente notare come le rivali siano tutte nella stessa condizione dei rossazzurri (Lecce sconfitto in casa dal Palermo, Cesena out a Napoli, Parma stoppato al "Tardini" dalla Fiorentina, solo il Brescia vincente, ma in casa con il derelitto Bari, ormai spacciato), mi permetto di affermare che, se il Catania giocherà da ora in poi come a Bologna, con lo stesso piglio e, soprattutto, la stessa "gamba", si salverà anche quest'anno. Io andrei oltre il riscontro meramente numerico anche per quanto concerne il "primo" Simeone. E' vero che il Cholo ha portato a casa un punto in quattro gare, ma mi sembra di poter affermare che la squadra sia cambiata in meglio. Più aggressività, più volontà di creare gioco offensivo, migliore tenuta atletica. E tanta sfortuna. Manca quel pizzico di buona sorte che, magari, finora ha aiutato qualche squadra concorrente. Tuttavia, ripeto, a me il Catania è piaciuto al "Dall'Ara", e tanto, sia nel modulo, sia nella propositività in zona offensiva. Senza l'espulsione di Alvarez i rossazzurri avrebbero portato a casa almeno il pareggio. Almeno.
Schelotto, esordio ok
Mi è garbata la formazione messa in campo da Simeone. Due centrali davanti alla difesa, Ledesma e Lodi, due ali come Schelotto e Gomez (a sinistra) ad aprire il gioco, Ricchiuti a supportare Maxi Lopez. Il Catania ha iniziato con piglio e velocità, mettendo alla frusta il Bologna. Che colpa ne ha il Cholo se Bant(f)i, Alvarez e Ledesma si inventano gli episodi che finiscono per condannarlo? In particolare buona la prova del neoacquisto Schelotto, prima da ala e poi anche da terzino. Si vede che ha rapidità, potenza e buoni piedi. Il problema è che questo Catania non riesce a "bucare" la rete, finendo inevitabilmente per commettere l'errore esiziale che ti compromette la partita, come in occasione della rete decisiva di Portanova. Se si segnasse, non ci sarebbero "se" e "ma"; purtroppo, non lo si fa. Maxi si sbatte, ma non tira; Gomez gioca bene, ma risulta assai impreciso al tiro; Ricchiuti idem con patate. Purtroppo, in questo senso, anche i centrocampisti non brillano. Ledesma mai alla conclusione, Lodi ordinato, ma sfortunato nell'unica conclusione scagliata a rete nel primo tempo, stoppato da un grande intervento di Viviano. Se ci mettiamo che anche i sostituti, da Martinho a Morimoto, a Llama, quando vanno alla conclusione "spaccano la forma", chiudiamo il cerchio della disperazione. E' un momento così, dobbiamo farcene una ragione e lottare con tutte le nostre forze affinché la "nottata" passi. E sostenere, sostenere nei momenti difficili, non "sdirupare", non smetterò mai di ripeterlo.
E Bergessio?
Giungiamo al punto. Se non si segna, non è solo sfortuna. E' segno che serve ancora qualcosa in più. E quel "qualcosa" è giunto dal mercato: Bergessio, panzer della Pampa ben conosciuto da Simeone. Il "lavandina", già presentato ai tifosi e alla stampa, serve subito, serve come il pane per tentare di "candeggiare" le difese avversarie. Il fatto che, per mancanza di transfer (non "transfert", perché di problemi psicologici tutti noi già ne abbiamo tanti e non è tempo di scomodare Jung...), abbia saltato già due gare fondamentali come Cesena e Bologna, non aiuta la squadra. Non conosco i motivi, naturalmente legittimi, di tale ritardo, ma sarebbe opportuno risolvere il tutto in tempi brevissimi, in modo da presentare il bomber argentino in occasione della prossima, cruciale sfida in programma al "Massimino" contro il Lecce di De Canio, uno scontro salvezza da "dentro o fuori" impossibile da fallire.
Lecce, crocevia del campionato
La gara contro i salentini, a 14 turni dal termine del campionato, già risulta decisiva. Non si può, quindi, fallire, magari prendendo alla leggera situazioni che, di contro, richiederebbero la massima attenzione. Da Bergessio alla scelta dell'undici titolare da parte del Cholo. Mancherà Alvarez, ma probabilmente verranno recuperati Bellusci e Capuano. Però, non è questo il punto. Questi giocatori devono dare un segnale forte ai tifosi, un segnale che rassicuri un ambiente in forte stato di depressione. Serve la prestazione, serve il risultato pieno, anche perché il successivo match si gioca al "San Paolo" contro il lanciato Napoli dell'assistman Mascara. Per raggiungere l'obiettivo sarà necessario che il pubblico dia una mano, dimenticando incomprensioni e polemiche. Ci vorrà il "Massimino" caldissimo dei bei giorni, lo stadio in grado di intimidire qualunque avversario. Di sicuro, la società applicherà una politica dei prezzi al ribasso tesa a favorire il "riempimento" dell'impianto. Io sono sicuro che, se il Catania continuerà a giocare così, farà bene. E, allora, tutti allo stadio a tifare!!! Let's go, Liotru, le's go!!!
