
Calcio, Catania: cuor di Baiocco
Capitano indimenticato
Quattro stagioni sotto l’Etna per un totale di 131 presenze (nove delle quali in coppa Italia) impreziosite dalla storica promozione in serie A del maggio 2006 e dalle tre successive salvezze di fila nella massima serie. Poche reti, appena due, ma di grande sostanza. Spirito di sacrificio, amore per la maglia e per la città. Tutto questo è Davide Baiocco, fresco trentasettenne ma con ancora la voglia di giocare e combattere sul terreno di gioco. A poche settimane dalla conclusione del campionato, amaro per il suo Brescia, dolce per il suo Catania, ecco il pensiero a 360° della “Streghetta” bionda: dai ricordi in rossazzurro al bilancio della stagione appena archiviata; dai complimenti per il nuovo centro sportivo etneo alle prospettive future; dall’amore per Catania all’amore per Catania. Perché un amore vero non si cancella. È per sempre.
Quattro anni in rossazzurro, quattro anni di ricordi ed aneddoti importanti. Oltre al 28 maggio 2006, il momento più bello della tua esperienza in rossazzurro:
“Della mia esperienza a Catania conservo tantissimi ricordi stupendi. Oltre alla grandissima emozione legata alla promozione ricordo con molto piacere la vittoria contro il Chievo nello ‘spareggio’ di Bologna. Eravamo tutti in tensione dopo un’annata a dir poco ‘particolare’. A disposizione avevamo un risultato su tre e con la squadra decimata da diversi infortuni. Vincere quella gara ci ha dato una grandissima gioia, paragonabile alla vittoria del campionato dell’anno prima”
Quello contro la Roma è stato il tuo unico gol segnato al “Massimino”. Cosa hai provato nel segnare proprio in una gara così sentita dai tifosi?
“Era un periodo particolare della mia esperienza in rossazzuro, nel quale non venivo tanto considerato. Ero ai margini della squadra e sono stato richiamato e gettato nella mischia proprio in occasione della gara contro la Roma, dopo due mesi e mezzo. Segnare un gol al “Massimino”, in una gara così sentita dai tifosi, è stata una piccola gioia in più. Al di là del gol, la soddisfazione maggiore è aver dimostrato di potere dare ancora un contributo importante”.
Quali sensazioni hai provato nell’affrontare da avversario il Catania?
“Giocare contro il Catania è sempre una partita diversa rispetto a tutte le altre. La partita di Coppa Italia al “Massimino” è stata quella più emozionante, anche perché si trattava della mia prima gara da avversario. Ho ricevuto un’accoglienza splendida da parte di tutti. L’ho già detto più volte: in rossazzurro ho vissuto anni fantastici; anni che mi hanno lasciato dentro tanto. Con i catanesi vi è un legame speciale ed una stima reciproca. A Catania ho lasciato un pezzo del mio cuore, è la mia seconda casa, la mia terra”.
Tu che hai vissuto la tragica notte del 2 febbraio 2007, cos’hai pensato e provato nel rivedere il “Derby di Sicilia” nuovamente aperto ad entrambe le tifoserie?
“Una grandissima soddisfazione per tutta la Sicilia ed un grande segnale di maturità da entrambe le tifoserie. Hanno fatto capire alla gente che la tragedia del 2 febbraio 2007, ancora non del tutto chiara, è stata una parentesi ormai ampiamente superata. Personalmente sono un estimatore della Sicilia e rivedere un derby, come quello tra Catania e Palermo, con entrambe le tifoserie presenti è una pubblicità importante che fa bene all’immagine della Sicilia nel mondo. Un’immagine che per molti è negativa, a causa di pregiudizi errati. Ripeto, un grandissimo spot per tutti i siciliani”.
Lo scorso 18 maggio la società etnea ha inaugurato il “Torre del Grifo Village”, avveniristico Centro Sportivo tanto desiderato. Qual è il tuo pensiero?
“Faccio i complimenti al Presidente Pulvirenti ed al Direttore Lo Monaco per aver realizzato un qualcosa che dovrebbe fare ogni società calcistica. Il Centro Sportivo è alla base di tutto. Spero che riescano a gestirlo nel modo giusto, trovando le persone idonee. Io ho Catania nel cuore e la mia speranza è quella di vedere una struttura simile funzionare nel modo migliore. È un grande pregio avere un impianto simile. Sinceramente da Roma in giù quella realizzata dal Catania è la struttura migliore che ci sia, superiore a Trigoria o Formello”.
Attualmente quali sono i rapporti con la società etnea e con i tuoi ex compagni rossazzurri?
“Sinceramente speravo che la mia esperienza al Catania avesse un epilogo diverso, invece non è stato così. Sono dispiaciuto ed amareggiato per questo. Ho accettato la scelta della società etnea pur non condividendola. Questo è il calcio. I rapporti, comunque, sono buoni: ho ricevuto l’invito del Direttore Lo Monaco a visitare il nuovo centro sportivo; mentre col Presidente Pulvirenti ci siamo visti in occasione delle partite tra Catania e Brescia. Io voglio il bene del Calcio Catania e di Catania città. Per quanto riguarda i miei ex compagni di squadra sono ancora in contatto con Peppe Mascara, Gionatha Spinesi, Christian Silvestri, Orazio Russo, Fabio Caserta, Beppe Colucci un po’ con tutti. Con Andrea (Sottil) ho un rapporto particolare, a parte la gestione di una scuola calcio c’è anche un legame particolare tra le nostre famiglie. Ho sentito anche Roberto De Zerbi, il quale mi ha dato una grandissima mano qui a Brescia. Si era creato un qualcosa di bello, un gruppo importante e vero”.
A Brescia hai vissuto una stagione amara. Che strano scherzo del destino retrocedere e contemporaneamente veder il Catania salvarsi matematicamente:
“Uno scherzo del destino possibile per come siamo arrivati a quella partita. La gara del “Rigamonti” è stata determinante solo per decretare la matematica retrocessione del Brescia e per la salvezza del Catania. Gli errori sono stati fatti prima, durante tutto il campionato. La stagione del Catania è stata positiva anche se all’inizio tutti, me compreso, si aspettavano qualche cosa di più da questa squadra. A parte qualche patema finale si è salvato bene ”.
Progetti per il futuro? Nelle scorse settimane si è parlato di un contatto tra te ed il Siracusa. Quanto c’è di vero?
“C’è molto di vero! Ho un accordo sulla parola coi dirigenti del Siracusa, ma la trattativa è a buon punto. La prossima settimana ci sarà un incontro nel quale concorderemo il tutto. Alla base della mia scelta vi sono tanti fattori che hanno influito positivamente: ritornare in Sicilia ed essere, di conseguenza, vicino a Catania; il Siracusa è una società ambiziosa e ben organizzata che punta alla serie B. Inoltre, la considerazione che questa società ha su di me, la volontà di iniziare un percorso di crescita insieme al sottoscritto è una cosa molto gratificante sia per il professionista che per l’uomo. Il mio compito sarà essere il ‘classico’ giocatore d’esperienza in mezzo al campo, oltre ad un ruolo di collaborazione e consulenza fuori dal rettangolo verde. Mi piacciono le sfide!”
Tornando a Catania: la cosa che più ti piace di Catania città?
È difficilissimo scegliere solo una cosa di un posto che ami così tanto. Ma se dovessi scegliere direi la Pescheria. Un posto davvero particolare.
Grazie Davide, è sempre un piacere
"Il piacere è mio. Grazie Catania!"
