Palermo, 1 marzo 2009: la storia non si cancella. (Siciliatoday.net)

Calcio, Catania e Mascara...

Si viene e si va, comunque ballando
“Si viene e si va comunque ballando, pensando ‘una vita forse non basterà’. Si viene e si va cercandoci un senso, che poi alla fine il senso è tutto qua”. Si viene e si va, così come recita una canzone di Luciano Ligabue di qualche anno addietro. Si cerca un senso, quel senso che alla fine è tutto qua: Mascara al Napoli, evviva Mascara! Si viene e si va, comunque ballando: il Catania è ancora in A, evviva il Catania! Con la cessione di Giuseppe Mascara al Napoli si chiude un capitolo (e che capitolo!) della recente storia del Calcio Catania 1946. Si chiude un capitolo, ma non la storia rossazzurra pronta a scrivere uno, due, tre mila capitoli nuovi. La vita continua, il pallone rotola ancora..

La Maglia e la sua Storia
Un capitolo di storia si chiude, un capitolo di storia si apre; ma l’Elefante ha buona memoria e, nel bene o nel male, non dimentica nulla. Mascara al Napoli ed ecco le ‘presumibili’ reazioni di una piazza che si spacca: “Traditore! Abbandoni la nave prima che affondi, codardo ed opportunista!” oppure “Mercenario! Solo la Maglia amiamo solo la Maglia!” La Maglia, la Maglia.. Domanda: quante volte Mascara ha indossato e difeso la Maglia del Catania? Rossazzurra, bianca, nera, rossa, blunotte, blu arancio ma pur sempre con il ‘Liotru’ stampato sul petto, quante volte? Quante volte ha far un ‘mestiere’ non suo, trasformato dai Baldini, dagli Atzori e dai Giampaolo, in tornante, in terzino aggiunto, a far su e giù per la fascia per dar manforte alla difesa. Quante volte, tante. Chiedere ai numeri: 149 presenze in serie A. 77 in serie B, 11 in coppa Italia per un totale di 226 presenze impreziosite da 60 reti complessive distribuite nei vari tornei, nelle sei stagioni e mezza di rossazzurro. 60 reti, non male per un terzino. Terzino, centrocampista, attaccante.. non ricordo bene il ruolo ricoperto da Mascara con la Maglia rossazzurra. Ma la Storia, quella la non si può dimenticare, perché è scritta ed é indelebile.. Una Maglia e la sua Storia, del Catania.

‘Verba volant scripta manent’
Catania, 7 settembre 2003, serie B, Catania – Cagliari 0 – 3. Catania, 22 gennaio 2011, serie A, Catania – Milan 0 – 2. L’esordio ed il congedo di Beppe Mascara in rossazzuro. Una storia che si apre e si chiude con due sconfitte, ma in mezzo quanti successi, quante soddisfazioni. Di corsa, veloce, rievocando le tappe, gli aneddoti di Mascara con la Maglia del Catania. Il primo gol: 20 settembre allo stadio “Arechi” di Salerno, di testa; l’ultimo: il calcio di rigore realizzato al Parma lo scorso 12 settembre. Serie B, 2003/04: prelevato dal Genoa dalla famiglia Gaucci Beppe Mascara da Caltagirone diventa un calciatore del Catania, e fu subito amore: 41 presenze e 13 reti, alcune delle quali spettacolari come i pallonetti al Venezia del ‘povero’ Soviero, la perla alla Ternana, il gol allo 94’ al Treviso al “Massimino”. Perle di un Mascara, col 20 sulle spalle, che distribuisce magie lungo la fascia sinistra nel 4-4-2 di mister Colantuono. Al termine della stagione Catania nono (con rimpianti) e Società che passa dai Gaucci a Pulvirenti. Società e non parco giocatori, non Mascara. Ma non è un addio, è un arrivederci. Dopo una stagione di ‘esilio’, più o meno forzato, Mascara ritorna a Catania: 2005/06, l’anno della promozione in serie A. Il numero di maglia è diverso, il 9, le magie in campo le stesse: la gemma di Rimini, la rete del sorpasso a Bergamo, la tripletta al Mantova, la serie A conquistata il 28 maggio 2006 al “Massimino”. Serie A 2006/07: le reti nei derby contro Palermo e Messina, la prodezza di Milano contro l’Inter sono in parte vanificate dalle tre espulsioni rimediate contro Messina, Torino e Roma nelle prime dodici giornate. L’approccio con la nuova categoria non è proprio dei migliori. Travolto dal 2 febbraio anche Beppe vivacchia nel grigiore di una squadra che sembra alla deriva. Sembra, perché alla fine emerge: il 27 maggio 2007 a Bologna contro il Chievo in campo, in una formazione decimata, Beppe c’è! La stagione seguente, con Baldini in panca, Mascara si ‘riscopre’ terzino, abbandonando cilindro, magie e gol (appena 4 reti), soffrendo e sfiancandosi per conquistare quella salvezza che arriverà all’ultimo respiro del 18 maggio 2008 contro la Roma. Stagione 2008/09, la ‘Consacrazione’: 34 presenze e 12 reti (record personale in serie A) con la fantascientifica prodezza del “Barbera” del primo marzo 2009 a far da copertina. Poco più tardi arriverà anche il riconoscimento azzurro: 6 giugno 2009, a Pisa, contro l’Irlanda del Nord giunge il debutto con la maglia della nazionale italiana. Stagione 2009/10, è tempo di record: il 12 marzo 2010 con un rigore da infarto, a nove minuti dal termine, beffa l’interista Julio Cesar portando in vantaggio il Catania sull’Inter e raggiungendo, a quota 29, il compianto Memo Prenna come marcatore principe dei rossazzurri in A. Qualche settimana più tardi, è 24 marzo 2010, con il gol realizzato alla Fiorentina stacca Prenna nel trono dei bomber rossazzurri nella massima serie. Storia scritta che non si cancella.

L’oro di Napoli
Mascara al Napoli? A far la panchina, a far la riserva a Lavezzi. Possibilmente sarà così, ma poco importa. Certi treni passano una volta sola: Napoli secondo in classifica a quattro punti dal Milan capolista, quindi, in piena lotta scudetto. Un evento che , almanacco alla mano, non accadeva da più di vent’anni. Gli anni di Maradona, di Careca e dei due scudetti all’ombra del Vesuvio. Metterlo in croce per questo? No, perché alla soglia dei 32 anni (da compiere il 22 agosto) con tante energie date ( e non sprecate!) per la ‘Causa Rossazzurra’ le ‘cartucce’ ancora da sparare sono davvero poche. Quindi, meglio cederlo ai partenopei per 1,2 milioni di euro che svincolato a parametro zero tra qualche mese. È triste parlar in questi termini, ma è questo è il dogma del calcio moderno.

Il ricordo più bello
Chiudendo gli occhi, cercando di rievocare il ricordo più bello del ‘Capitolo Mascara’ in rossazzurro si finisce a trovarsi in un ingorgo di gol, emozioni e gesti di pazzia. In quasi sette anni di ricordi ce ne sono tanti, ma qual è il più bello? Forse il ‘cucchiaio’ (o se preferite u ‘cuppinu’) all’Inter o la meteorite scagliata a Palermo; forse la tripletta al Mantova o quella al Torino. Forse si, forse no. Personalmente, il ricordo più bello è quel gol realizzato al “Via del Mare” di Lecce il 21 maggio 2006 contro il Catanzaro: quel gol giunto dopo quindici minuti di silenzioso e religioso silenzio in memoria di Fabio e Carmelo, fratelli rossazzurri, scomparsi per un tragico incidente stradale solo qualche ora prima. Il suo gol arrivato durante il primo coro che spezzò quel silenzio surreale: “Alè Vulcano! Alè Capitano!” Catania ti ha fatto grande e tu hai fatto grande il Catania! Grazie Beppe, in bocca al lupo!

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