
Calcio, Lo Monaco: "Non andrò più al Massimino"
Vulcano in eruzione
Attesa per giorni ecco la ‘vulcanica’ conferenza stampa dell’amministratore delegato Pietro Lo Monaco pronta a ‘spezzare’ la settimana di silenzio post- Napoli. Diversi i temi trattati dal dirigente etneo: dalla convinzione che il Catania conquisterà la salvezza al problema infortuni, dal troppo disfattismo alla poca partecipazione di un ambiente forse ‘assuefatto’, sino a giungere ad una sorprendente decisione: l’esilio volontario dal “Massimino” fino al termine della stagione. Esilio che avrà inizio già dalla gara di domenica contro il Genoa dove si dovrà sfatare il tabù del ‘lunch match’ che nelle due precedenti occasioni (Lecce e Bologna) ha visto sempre sconfitti gli etnei: “Le partite giocate alle 12.30, sino a questo momento, ci sono rimaste indigeste. Quella genoana è una buona squadra – ha dichiarato Lo Monaco – ma a Catania troverà pane per i suoi denti!”
Troppo disfattismo, ma il Catania si salverà
Rievocare la storia non fa mai male. Dito punto contro i contestatori ed a tutti i disfattisti: “ A tutti i contestatori di professione ricordo il piccolo miracolo economico che abbiamo compiuto in questi sei anni: abbiamo rilevato una società economicamente sul lastrico e senza giocatori. Inoltre, abbiamo i conti in regola e siamo riusciti a costruire il centro sportivo, una struttura come poche in Europa, senza nulla togliere agli investimenti tecnici fatti sulla squadra. Ho sentito critiche rivolte anche ad un centro sportivo che, oltre ad essere un valore aggiunto per la società etnea, rappresenta un polo occupazionale importante. Abbiamo sofferto e lavorato tanto per costruire questa realtà e continueremo ad andar dritti per la nostra strada contro tutti quelli che vogliono distruggere il nostro lavoro”. Sofferenza e Catania, un legame indissolubile: “Nel corso della mia vita non ho mai raggiunto un obiettivo senza soffrire. Questa società ha fatto e farà di tutto per conquistare l’ennesimo scudetto: la salvezza. A dodici giornate dalla fine ci sono sette od otto squadre che lottano per non retrocedere. Nonostante il dilagante disfattismo che ci circonda il Catania lotterà per conquistare la salvezza e riusciremo a conquistarla”.
Niente “Massimino”
I cori di scherno subiti durante la rocambolesca partita contro il Lecce hanno lasciato il segno: “Le contestazioni pesanti, rivolte contro la mia persona non possono lasciarmi indifferente – ha proseguito Lo Monaco – sono cose che non fanno piacere. Non ho intenzione di lasciare il Catania anche se questa idea, quando subisci certi insulti, non può che balenare a volte. Non andrò più allo stadio sino al termine della stagione, questo è certo. Continuerò a passeggiare per Catania così come faccio, del resto, durante il secondo tempo delle partite disputate al “Massimino”. Chi va allo stadio solo per contestare dovrà mettersi il cuore in pace, perché io non ci sarò e non vedrò le partite in televisione”.
Ambiente poco partecipe
Disfattismo dilagante che sfocia nell’amara considerazione che l’ambiente etneo è poco partecipe alle sorti della squadra: “E' ormai da tre anni che constatiamo un progressivo allontanamento del pubblico e non solo dalle tribune del “Massimino”. Forse si tratta di assuefazione alla categoria o stanchezza di lottare sempre e solo per la salvezza. Di certo questa situazione non fa bene a questo Catania che, invece, ha bisogno di un ambiente più partecipe. L’atteggiamento più costruttivo, sarebbe proprio quello di incitare la squadra, aiutarla ad uscire da questo periodo nero che dura fin dalla gara persa a Roma. Potrebbe essere questa la soluzione alle problematiche di questa stagione. Squadre ‘normali’ come il Genoa e il Napoli riescono ad ottenere risultati importanti perché hanno il pubblico dalla loro parte che li rende quasi imbattibili tra le mura amiche. Anche se, dopo domenica, credo che il Napoli sia entrato tra le vere grandi, nell’Olimpo del calcio italiano, visto che non gli hanno dato due rigori contro”.
Nessun 'caso Maxi Lopez'
Maxi Lopez in panchina al “San Paolo” e subito prende corpo un caso misterioso attorno al biondo attaccante argentino; un caso prontamente smentito dal’a.d. rossazzurro: “Non è vero che Maxi Lopez ha rifiutato di giocare, sono tutte invenzioni. È stata una scelta del mister e credo che non ci sia nulla di delittuoso. Ribadisco che questa società credeva in Lopez, quando ancora non aveva dimostrato tutto il suo valore, e continua a crederci anche adesso che segna meno: è un fattore che lo sta condizionando mentalmente”.
Condizionati dagli infortuni
Se Maxi Lopez non si discute lo stesso discorso vale anche per il tecnico Simeone: “Questa società crede fortemente anche in Diego Simeone. Far assimilare alla squadra delle idee molto diverse da quelle assimilate nei sei mesi successivi non è mica un compito facile. Inoltre, nel corso di questo torneo, abbiamo avuto diverse defezioni importanti come Carboni, Biagianti ed Izco; ai quali aggiungo la mancata disponibilità, a tempo pieno, degli esterni. A Parma, per esempio, abbiamo avuto dieci giocatori fuori per infortunio”.
