
Calcio, Udinese - Catania 2 - 0
Catania spuntato
Meglio di Firenze. Proprio per questo il rammarico cresce. Se, in terra Toscana, ci si poteva consolare prendendo atto di come i rossazzurri non fossero nemmeno scesi in campo, oggi il tifoso etneo può solamente abbozzare un mesto "peccato!" ancor più amaro, considerata la discreta prova della squadra, in specie nel primo tempo; prestazione peraltro marchiata a fuoco da una solare incapacità di concretizzare le occasioni create. Mannaggia, se vai a scontrarti nella tana del team più in forma del momento, lo metti in chiara difficoltà sul piano tattico, lo limiti proprio nel suo punto di forza, l'attacco (in pratica, un tiro in porta in tutta la gara per i friulani), crei tre nitide occasioni, e con tutto ciò fallisci il colpo del KO e perdi nettamente, non puoi che prendertela con te stesso e recriminare solo sulle tue lacune, limiti del resto ampiamente evidenziatisi nel corso di tutto il campionato. La realtà è che il Catania in casa è una delle compagini più toste del torneo (28 punti conquistati), in trasferta la più debole (4), ma strutturalmente direi. Il match con gli uomini di Guidolin costituisce esempio paradigmatico delle enormi difficoltà etnee fuori dalle mura amiche. Probabilmente, almeno nel primo tempo, si è trattato di una delle migliori versioni esterne del Liotru: attento in difesa, bravo a recuperare palla e a proporre gioco in mediana, anche grazie a un piacevole possesso palla, creativo sulla trequarti in virtù della buona giornata di Ricchiuti e Gomez (sfortunato, invece, Schelotto, che aveva cominciato bene, ma subito out, sostituito da un impalpabile Morimoto), tre occasioni in pratica davanti al portiere Handanovic. Risultato? Il portiere sloveno non tocca sostanzialmente palla per tutta la partita e il Catania becca gol al 21' sull'unica mezza occasione creata da un'Udinese impacciata e poco brillante: Inler al volo da 20 metri. Tipico delle stagioni che cominciano in un certo modo... Se nella ripresa il canovaccio rimane più o meno lo stesso e il portiere avversario rimane inoperoso, vuol dire che non c'è proprio niente da fare. Quasi quasi non c'è da prendersela nemmeno con l'arbitro più scarso del campionato, con certificato d.o.p., Russo di Nola, che assegna un improbabile rigore all'Udinese per intervento di Marchese su "Cagnotto" Sanchez al 75'. Nell'occasione, comunque, colossale l'ingenuità del laterale mancino di Delia. Insomma, solita solfa, malgrado, ripeto, la prestazione possa essere considerata sicuramente migliore rispetto alle ultime uscite esterne. Ciò che invece conforta è la situazione genereale di classifica perché, a 8 gare dal termine, le posizioni rimangono invariate: 4 punti dal terz'ultimo posto, occupato dal Lecce. Hanno perso tutte le "pericolanti" eccetto il Parma (ma si trattava di un scontro diretto a Genova) e il Chievo (a Bari contro i "galletti" già spacciati). Quindi, tutto rimane com'è e si può ricominciare dalla prossima partita interna, non una partita qualunque: il derby. Interessante, del resto, annotare come alla conclusione del trentesimo turno della scorsa stagione, l'Atalanta avesse 28 punti proprio come oggi i salentini. Segno che la quota salvezza potrebbe non elevarsi oltre i 36 punti. Pertanto, non impossibile potrebbe rivelarsi l'impresa dei rossazzurri, sempre che in casa facciano il proprio dovere, come finora compiuto.
Tattica giusta, sostituzioni da spiegare
Devo dire che, considerate le defezioni e le squalifiche (Alvarez), non è che Simeone avesse messo in campo una formazione peregrina. Doppia cerniera sulle fasce (Augustyn-Schelotto e Marchese-Gomez), due mediani, un trequartista in gran forma (Ricchiuti) e una punta molto mobile (Bergessio). Il Catania ha, così, messo realmente in ambasce il sistema di Guidolin, inceppato sulle corsie laterali, dove Armero e Isla non si sono visti, e nella proposizione del gioco (Inler e Asamoah pressati alla grande da un ottimo Carboni). Così, le due punte "atomiche", Sanchez e Di Natale, si sono ritrovate senza rifornimenti. Di contro, ampi varchi in contropiede, specie al centro dove Lodi e Ricchiuti si inserivano con continuità. Peccato per l'infortunio al 21' di Schelotto e per la prodezza di Inler (nell'occasione impreciso di testa Spolli). Ma se sbagli tanto (Lodi due volte, Bergessio e Merchese), non puoi farcela. Facciamocene una ragione, trattasi di limite strutturale. E' andata così quest'anno, in futuro si rimedierà con l'imprescindibile rinnovamento da proporre in sede di mercato estivo. Piuttosto, non ho compreso del tutto l'inserimento di Morimoto al posto di Schelotto. Pensavo fosse Llama il più indicato. Tanto più che il nipponico poi si rivelerà poca cosa, naufragando in una ripresa volitiva sì, ma inconcludente in fase offensiva. Un naufragio che accomuna anche Maxi Lopez, protagonista di erroracci in serie in fase di appoggio nella mezzoretta giocata al posto di Bergessio e lo stesso Llama, sostituto di Gomez. Ma è tutta la squadra che nella ripresa, pur impegnandosi e non concedendo molto agli avversari, delude sul piano della personalità in fatto di gioco d'attacco. Non una novità, purtroppo. La sensazione è che, come accaduto in passato, i rossazzurri abbiano permesso ai contendenti di portare a casa il risultato massimo con il minimo sforzo proprio per limiti strutturali di personalità e gioco offensivo. Amen.
Due settimane per preparare il derby
Va be', è andata. Pensiamo al derby. Ma pensiamoci bene e a lungo, dato che il tempo c'è. Dopo la sosta dedicata alle Nazionali, ritornerà la sfida delle sfide al "Massimino", di nuovo con entrambe le tifoserie sugli spalti. Una festa di civiltà da onorare. Ma tre punti da fare. Perché il risultato conta, massimamente per i rossazzurri. I rosanero costituiscono una buona compagine che proprio sabato scorso è venuta fuori da una lunga crisi, sconfiggendo (e inguaiando) la capolista Milan. Ci sono tutte le premesse per un buon match, quindi. A 35 lunghezze il Catania sarebbe virtualmente salvo. Non si può sbagliare. Bisogna prepararla alla grande, questa partita. Ma non solo allenatore e squadra, tutti. Tutto l'ambiente. Uniti per centrare l'unico obiettivo possibile, la salvezza. Un obiettivo che va assai al di là della rivalità campanilistica tipica del nostro Paese. Non si tratta di battere il Palermo, si tratta di mettere in cascina il sesto anno di fila in A. Questo conta... Let's go, Liotru, let's go!!!
Il tebellino dell'incontro
UDINESE (3-5-2): Handanovic; Benatia, Zapata, Domizzi; Isla, Pinzi, Inler, Asamoah, Armero; Sanchez, Di Natale. A disp.: 6 Belardi, 13 Coda, 26 Pasquale, 4 Cuadrado, 23 Abdi, 16 Denis, 9 Corradi. All: Guidolin.
CATANIA (4-2-3-1): Andujar; Augustyn, Silvestre, Spolli, Marchese; Carboni, Lodi; Schelotto (23' Morimoto), Ricchiuti, Gomez (68' Llama); Bergessio (62' Maxi Lopez). A disp.: 1 Kosicky, 23 Terlizzi, 24 Pesce, 8 Ledesma. All: Simeone.
ARBITRO: Russo di Nola; Dobosz-Passeri; IV Merchiori.
INDISPONIBILI: Basta, Ferronetti e Angella; Capuano, Biagianti, Izco, Martinho, Bellusci, Sciacca e Potenza.
SQUALIFICATI: P. Alvarez (1).
DIFFIDATI: Handanovic, Inler, Abdi e Pinzi; Andujar, Maxi Lopez, Silvestre e Llama.
RETI: 21' Inler; 75' Di Natale (rig.).
AMMONITI: Gomez, Pinzi, Llama.
ESPULSI: -
