(Siciliatoday.net)

Tre scoppole e un Nenè...

Troppo brutto per essere vero
Dopo "Tre scapoli e un bebè", dato che siamo in tema natalizio, ecco il remake "Tre scoppole e un Nenè" andato in onda al Sant'Elia, con gli etnei attori non protagonisti. Davvero, il peggior Catania dell'era Pulvirenti. Verrebbe da pensare, da "buonista", troppo disastroso per essere vero. Tuttavia, l'attuale situazione richiede un'analisi un tantino più approfondita in modo da evitare brutte soprese in futuro. "Sorprese" perché continuo a pensare che i rossazzurri siano di due spanne superiori alla gran parte delle formazioni concorrenti nella lotta per evitare la retrocessione. La riflessione non partirà dai numeri, di cui fra poco darò giusto conto, ma proprio dall'approccio mentale da beach soccer al match del Sant'Elia e dallo svolgimento della partita. "A pelle" verrebbe da dire che una prestazione del genere possa essere giustificata solo dalla volontà di far fuori l'allenatore, tanto orripilante, quasi "irridente" nei confronti dei tifosi e della stessa società. Vedere gente che non corre in campo, che non suda la pagnotta, fa inorridire. Ma questo è successo. E siccome questi sono per la maggior parte i gladiatori dello scorso girone d'andata, nessuno che sia un tantino sano di mente pensa che possano essersi ridotti a tanta insipienza tecnico-tattica nel giro di tre o quattro mesi. Ma non regge nemmeno la prima tesi, perché si sa che la dirigenza del Catania è fra le più coerenti della Serie A, tanto che Atzori dovette giungere all'ultimo posto in classifica in solitaria e alle porte di una retrocessione quasi inevitabile prima che si materializzasse lo scontato esonero. In tal senso, la prossima partita, ultima del 2010, in casa con il Brescia, scontro diretto divenuto fondamentale, dirà tutto quello che v'è da dire. La realtà è che Giampaolo, al momento, non ha trovato la strada definitiva. Ha cominciato con il 4-1-4-1, ottenendo buona copertura e scarsa efficacia in zona offensiva, per poi virare (a sorpresa) sul 4-3-1-2, garantendosi uguale insufficienza in zona gol e minore "impermeabilità" difensiva (eufemismo: sei reti subite in due partite... e il Cagliari s'è passata una mano sulla coscienza in 11 contro 9). E lo spogliatoio, inevitabilmente (lo testimoniano le dichiarazioni di alcuni giocatori nei due postpartita), comincia a scricchiolare. I risultati delle dirette concorrenti e i numeri, oltre tutto, non danno ragione ad Amleto Giampaolo. Le ultime vittorie del Bologna e i successi interni odierni di Brescia e Lecce consegnano una classifica non "pulitissima", trovandosi il Catania, a quota 18, a soli tre punti dal terz'ultimo posto occupato proprio da rondinelle e salentini. Non certo il salto di qualità richiesto da dirigenti e tifosi alla squadra. Per adesso, il solito "tran tran" da cardiopalmo, insomma... a dispetto di aspettative (confortate dall'organico) un pizzichino più elevate. Non solo, non regge più nemmeno l'alibi della "miglior difesa del campionato". Infatti, a fronte di un attacco da retrocessione (13 reti, hanno fatto peggio solo Bari, Cesena e Brescia), la difesa adesso è soltanto al decimo posto (18 gol subiti). Se ci mettiamo su che Maxi Lopez, "stella" del mercato, ha segnato solo due reti, tanto quanto i difensori centrali, il cerchio si chiude. Ho sempre detto, e lo ripeterò fino alla morte, che coerentemente giudicherò Giampaolo, il cui gioco non mi entusiasma in alcun modo, sulla base dei risultati. Ebbene, a differenza di qualche turno addietro, i numeri non gli sono amici, anche se al momento il Catania sarebbe salvo. Ma mancano 22 partite e 22 punti a quota 40... Troppo presto per sentirsi in una botte di ferro. Sebbene, qui lo dico e qui lo nego, retrocedere con una squadra come il Catania equivarrebbe a far fallire la Microsoft in tre mesi. La mia impressione dall'esterno è che ci sia bisogno di un intervento fermo da parte della società per comprendere dai giocatori stessi quale sia la situazione e se sussistono malesseri profondi. Quello che viene fuori da certe dichiarazioni è una certa qual "maretta"... Ma il silenzio risulterebbe aureo. Non sono di sicuro i tifosi che scendono in campo e vincono o perdono. A Cagliari c'erano quattro gatti sugli spalti e i padroni di casa hanno asfaltato i rossazzurri. Nessuna pressione sugli ospiti. Inutili, assolutamente inutili, quindi, certe polemiche con i sostenitori del Catania e relativo "calore" che continuiamo a sentire. Meglio parlare con i fatti, con il campo. Altrimenti si fanno figuracce come quella odierna. E i tifosi s'incazzano ancor di più.

Nessuna analisi tattica
Di fronte a tale scempio, che analisi tecnico-tattica vuoi fare? Senza alibi (Biagianti e Alvarez out), hanno giocato malissimo tutti, con punte "d'eccellenza". Il Catania non ha fatto un tiro in porta. Dico solo che si è fatto diventare un fenomeno, dopo Pastore (che almeno un potenziale fenomeno è...), tale Nenè, finora un solo gol in campionato. E farlo segnare di testa... Un obbrobrio. Diciamo che metterci una pietra sopra e ripartire da basi completamente differenti sarebbe imprescindibile. Di contro, alcune riflessioni sparse si possono proporre:

-Il 4-3-1-2, almeno con questi uomini, cioè con un centrocampo atleticamente leggero (Carboni lento e Ledesma inguardabile), Gomez (mi pare meglio da esterno) e "quelle" due punte, non funziona. Il Catania è diventato un colabrodo. Poteva subire 7 gol dalla Juve e 11 dal Cagliari. E ne ha realizzato uno solo, con un tiro clamorosamente "sgrasciato" ("ciccato" per i non siculofoni) da Taka Morimoto.

-Morimoto. I fatti dicono che il Catania deve pensarci su molto. Moltissimo. Rivalutare un giocatore non deve significare il rischio di una retrocessione. E l'esperienza di Mihajlovic insegna. Visto oggi, sarebbe il caso di virare rotta. Non riesce a tenere una palla che una.

-Potenza. Riesumato da Giampolo, cui deve tanto, ha soppiantato a destra uno dei migliori giocatori del Catania, Alvarez. Misteri del calcio, o meglio, della zona. Nelle ultime gare viene regolramente asfaltato. Colpa sua o del mancato aiuto dei compagni (segnatamente Ledesma)? Ai posteri l'ardua sentenza. Ma i tifosi c'entrano poco...

-Capuano. Quanti gol dovrà prendere il Catania sempre nello stesso modo per consentire a Giampaolo la comprensione di certe cose? E' vero che rientra da un infortunio, ma lascia rimpiangere un adattato come Alvarez.

-Terlizzi. Come può lo splendido centrale che furoreggia a Roma con la Lazio, segnando anche gol pesantissimi come quello con il Bari, disputare due partite tragiche come quelle in casa con la Juve e quella di oggi? Forse siamo giunti al capolinea?

-Difesa a zona. Si ritorna al discorso di Capuano. Il Catania l'anno scorso marcava in maniera diversa. E faceva bene. La zona è nelle corde di questi giocatori? Faccio solo notare che Pastore, dopo il derby, ha preso 4,5 (ed espulsione) con lo Sparta Praga, 4,5 con il Napoli ed è stato sostituito dopo un tempo contro il Parma. In tutti i casi marcato da cani da caccia (stile Pazienza).

-Maxi Lopez. Ogni giorno è sui giornali. Giocando così uscirà presto dalle prime pagine dei quotidiani... Anche se non sappiamo quali siano le sue valutazioni, le sue sensazioni sul modo d'impiego di Giampaolo. La domanda è sempre quella: può il fuoriclasse della seconda parte della scorsa stagione essere diventato improvvisamente un brocco? A voi la risposta.

-Nervosismo. Due espulsioni. Una ingiusta (Martinho), una sacrosanta (Morimoto). Troppo nervosismo. Anche questo un segnale che qualcosa da sistemare ci sia...

-Giampaolo. Il Catania della seconda parte della scorsa stagione era una bella squadra, da metà classifica in su. I giocatori sono gli stessi. Lui, giustamente (io avrei cambiato pochissimo...), ha voluto imporre la propria personalità. Non con risultati, fin qui, eccezionali. Deve far vedere qualcosa in più.

Non sbagliare con il Brescia
Non avrei voluto dirlo. E non lo pensavo nemmeno. Ma quella con il Brescia diventa una gara molto importante. Una vittoria, i 21 punti, costituirebbero un toccasana essenziale per il futuro. Per questo non bisogna sbagliare. Non dimentichiamo che negli scontri diretti il Catania ha 3 vittorie interne, 3 sconfitte esterne e un pareggio al "Massimino". Bisogna darsi una mossa. E dare una risposta con i coglioni ai tifosi giustamente inferociti dopo la comparsata del "Sant'Elia". Quei 10.000 che vanno regolarmente allo stadio (circa 7.000 di media in più che al "sant'Elia" o al "Bentegodi"...) e che non scendono in campo a Cagliari... L'importante è dimenticare la gara di Coppa Italia: quello era un altro Brescia. E un altro Catania. Let's go, Liotru, let's go!!!

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