Cuffaro, pg chiede tredici anni reclusione
Il procuratore generale Luigi Patronaggio ha chiesto la condanna a 13 anni di reclusione, in continuazione, di Salvatore Cuffaro, accusato di concorso in associazione mafiosa.
In primo grado l'ex governatore siciliano, che sconta una condanna definitiva a 7 anni per favoreggiamento aggravato alla mafia, era stato prosciolto per "ne bis in idem" (ovvero il non poter essere processati due volte per la stessa fattispecie di reato, ndr). Secondo il pg, Cuffaro "avrebbe avvantaggiato il mandamento mafioso di Brancaccio, la famiglia mafiosa di Villabate e gli interessi di Cosa nostra e di Bernardo Provenzano nella sanità attraverso Michele Aiello".
Per il procuratore generale "l'input alle cosche a votare Cuffaro nel 2001 arrivò dal boss Bernardo Provenzano, che aveva interessi nel mondo della sanità". Patronaggio ha altresì ricordato l'incontro tra Cuffaro e l'ex mafioso Angelo Siino finalizzato sempre all'appoggio elettorale: "Non credo ad un Cuffaro sprovveduto che non conosce lo spessore criminale dei suoi interlocutori". Secondo il pg il processo per concorso esterno in associazione mafiosa non può concludersi con il proscioglimento per ne bis in idem.
Il magistrato, che nella requisitoria ha affermato che la giustizia non deve accanirsi e deve tenere conto dell'umanità della pena, ha anche aggiunto: "Cuffaro ha divulgato notizie riservate per agevolare l'esistenza di Cosa nostra, per evitare la cattura di boss come Provenzano e Messina Denaro, per permettere alla cosca di Villabate di sottrarsi alle indagini". Patronaggio ha poi parlato di una "rete creata da Cuffaro con entrature a Roma, in procura e nei carabinieri".
