Napolitano: "Non si escluda ritorno a stragismo"
"Voglio dirvi completate con impegno la vostra formazione, il vostro apprendistato civile e scendete al più presto in campo...". Giorgio Napolitano si commuove e chiude con un appello il suo intervento durante la commemorazione del ventennale della strage di Capaci a Palermo. Nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone, dove si è celebrato il primo maxi-processo a Cosa Nostra, il capo dello Stato si rivolge ai molti ragazzi presenti sollecitandoli a seguire l'insegnamento dei due magistrati assassinati dalla mafia nella difesa della legalità.
Nel ricordare l'impegno profuso da Falcone e Borsellino in nome della giustizia, fino al sacrificio estremo, Napolitano è stato sostenuto dall'applauso della platea in molti passaggi del suo lungo intervento. Il Presidente della Repubblica si è commosso anche ricordando la giovane Melissa, la studentessa rimasta uccisa nell'esplosione della bomba alla scuola 'Morvillo-Falcone' di Brindisi. "Una cosa è certa: questi nemici del consorzio civile e di ogni regola di semplice umanità avranno la risposta che si meritano: se hanno osato troncare la vita di Melissa e minacciare quella di altre sedicenni aperte alla speranza e al futuro, se l'hanno poi fatto a Brindisi in quella scuola, per offendere la memoria di una donna coraggiosa, di una martire come Francesca Morvillo Falcone, la pagheranno, saranno assicurato alla giustizia", ha sottolineato il Presidente della Repubblica. "Se hanno pensato di sfidare questa stessa commemorazione oggi a Palermo di Giovanni Falcone, delle vittime della strage di Capaci a vent'anni di distanza -ha detto ancora il Capo dello Stato- stanno già avendo la vibrante prova di aver miseramente fallito".
Napolitano ha poi avvertito che non è da esludere "che la mafia possa oggi tentare feroci ritorni alla violenza, anche di tipo stragistico e terroristico". Però "bisogna proseguire con la più grande determinazione e tenacia sulla strada segnata con sacrificio da Falcone e Borsellino. La mafia e le altre espressioni della criminalità organizzata rimangono un problema grave della democrazia e della società" ha spiegato il capo dello Stato aggiungendo che "siamo preoccupati per la persistente gravità della pressione e della minaccia mafiosa, non la sottovalutiamo ma ci sentiamo ben più forti di quei tragici momenti del 1992". Napolitano ha inoltre sottolineato che oggi in Italia c'è bisogno di "un clima di effettiva serena condivisione di responsabilità", ribadendo che sono ormai "indispensabili" per riconquistare la fiducia dei cittadini una nuova riforma elettorale e "l'avvio di incisive modifiche dell'ordinamento della Repubblica".
In precedenza era stato Mario Monti, a ricordare il ventesimo anniversario della strage di Capaci. "Non bisogna mai stancarsi di cercare la verità sulla morte di Giovanni Falcone come su quella di Paolo Borsellino". "In questi ultimi anni -ha proseguito il premier- sono emersi nuovi particolari che hanno fatto anche rivedere sentenze della magistratura già definite; sono venuti alla luce alcuni pezzi mancanti della ricostruzione di quegli anni che devono essere analizzati fino in fondo, perché solo con la ricerca di tutta la verità noi renderemo pieno onore alla vita di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro". "Non c'è alcuna ragione di Stato -ha affermato con forza Monti- che possa giustificare ritardi nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità. L'unica ragione dello Stato è la verità: verità per le vittime e per i familiari, verità per i cittadini, verità per gli onesti, verità per la speranza dei nostri figli".
Per Monti proprio da Falcone, sua moglie e la scorta, dal loro sacrificio "bisogna ripartire ogni giorno nella lotta senza quartiere a tutte le mafie. Ognuno di noi è chiamato a questo impegno, a non dobbiamo pensare mai che le mafie siano imbattibili e a non anteporre mai interessi personali a quello della collettività". "Sappiamo - ha detto ancora Monti - che le mafie oggi sono molto diverse da quelle che Falcone aveva iniziato a contrastare sotto la guida di Chinnici. Hanno ricevuto e ricevono colpi molto forti dalla magistratura e forze di polizia. Ma sono state capace di reinventarsi. Hanno moltiplicato i luoghi dove insediarsi tanto che oggi dobbiamo dire con forza che è puramente illusorio pensare di sconfiggere Cosa Nostra a Palermo, la 'ndrangheta solo a Reggio Calabria, la Camorra solo a Napoli".
Poi ha aggiunto: "Deve esserci un impegno sempre più forte nella selezione dei rappresentanti da eleggere nei vari livelli di governo. Gli apparati dello Stato devono essere lontani da ogni possibile sospetto di prossimita' ad organizzazioni mafiose". "Il Parlamento -ha ricordato il premier- ha recentemente varato una prima riorganizzazione della normativa antimafia, ma è un lavoro che non si è completato e che ha lasciato ancora non risolti alcuni punti".
Al suo arrivo all'aula bunker di Palermo dopo essere andato al giardino della memoria, Monti ha quindi affermato: ''Sto vedendo la manifestazione più bella, più forte e più viva contro la mafia dei giovani, sia prima al giardino della memoria che qui. Questa è veramente l'eredità e la voglia di combattere. Magnifico''
