Romano, Giunta Camera autorizza uso delle intercettazioni

La Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio ha dato il via libera all'uso delle intercettazioni che riguardano l'ex ministro delle Politiche agricole Saverio Romano, indagato per mafia, nonostante il parere contrario del relatore. Lo ha detto Enrico Costa del Pdl, uscendo dalla Giunta. "E' finita 9 a 8 per il sì. Determinante è stato il voto dei due membri della Lega che hanno votato assieme a Pd e Idv. Il Pdl era contrario assieme all'esponente radicale, mentre l'Udc si è astenuta", ha detto Costa.

Un altro esponente della Giunta, il finiano Antonino Lo Presti, ha detto che i due leghisti, di fronte alle rimostranze del Pdl verso il loro cambio di posizione su Romano, hanno detto che si è trattato di "ordini superiori". Il parere della Giunta dovrà ora andare in aula per il voto finale. Le intercettazioni, che risalgono al periodo 2003-2004, rientrano in un'inchiesta della Dda di Palermo, che nel 2009 ha iscritto nel registro degli indagati Romano per concorso in corruzione aggravata dal favoreggiamento di Cosa Nostra. L'ex ministro ha sempre respinto le accuse.

In un'altra inchiesta palermitana, Romano è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. La Giunta ha ascoltato anche la relazione del Pdl Maurizio Paniz sul caso di Nicola Cosentino, deputato e coordinatore del Pdl in Campania, per il quale la magistratura di Napoli chiede l'autorizzazione all'arresto. Il partito di Silvio Berlusconi si è già dichiarato contrario, mentre Pd, Idv e Udc si sono detti a favore. La Lega, la cui posizione risulterà anche questa volta determinante, non ha ancora detto pubblicamente come voterà.

I due membri leghisti della Giunta non hanno voluto parlare con i giornalisti al termine dei lavori odierni.Su Cosentino la Giunta deciderà prima della pausa natalizia. Per il coordinatore campano del Pdl la procura di Napoli ha chiesto l'arresto per concorso esterno in associazione mafiosa, considerandolo "il referente politico nazionale del clan (camorristico) dei Casalesi", come si legge nella richiesta di autorizzazione a procedere alla Camera. Nel dicembre 2009 la Camera aveva negato l'autorizzazione all'arresto di Cosentino, chiesto dai magistrati per un'altra vicenda di camorra.

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