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Disfunzioni sessuali femminili, diagnosi e cura

Quando si parla di sessualità, sia maschile che femminile, si analizzano tre fasi fondamentali associate alla sessualità: fase del desiderio sessuale, fase eccitatoria e fase orgasmica.
Ognuna o tutte di queste tre fasi possono essere compromesse o disfunzionali e sono caratterizzate da modifiche psichiche, emozionali, immaginario e vaso-congestione dei genitali.

La sessualità maschile e femminile sono profondamente differenti, per qualità e tempi dell’eccitazione.

La sessualità femminile è estremamente complessa e molto più cerebrale di quella maschile, la prima viene detta di “mucosa”, la seconda, ribattezzata da noi sessuologi “d’organo”, è sicuramente più visibile, quantizzabile e molto più meccanica.

Le donne, per cultura ed educazione, hanno sempre sostenuto e rinforzato la sessualità dei loro compagni, rassicurandoli e “mentendo spudoratamente sotto le lenzuola”, con modalità consolatorie.

Dal punto di vista storico, due elementi epocali hanno modificato la sessualità e la risposta orgasmica femminile: la rivoluzione sessuale e l’avvento della terapia orale per la contraccezione.

Il primo evento ha sdoganato le difficoltà sessuologiche, rendendole visibili, lecite, sanabili, con richieste chiare e lapidarie; le donne hanno avuto accesso alla sfera del piacere ed hanno lottato per conquistarlo, anche nuocendo all’autostima maschile; il secondo avvenimento farmacologico, ha disgiunto la sfera della riproduzione dalla sfera del piacere; le donne infatti, possono finalmente avere accesso alla sfera del piacere, senza dover obbligatoriamente mettere al mondo figli.

Le differenze sessuali tra gli uomini e le donne rendono il percorso che va dal desiderio sessuale al suo raggiungimento, estremamente difficoltoso e molto meno meccanico ed idraulico, del piacere maschile.

Tra le disfunzioni sessuali femminili ricordiamo: il vaginismo, la dispaurenia, il calo del desiderio sessuale e l’anorgasmia coitale.

La sfera della sessualità non è sempre associata alla sfera del piacere e dell’appagamento, talvolta si accompagna all’esperienza soggettiva del dolore, dolore che esce dalla camera da letto e che pervade tutti gli ambiti della vita della coppia.

I disturbi da dolore sessuale includono il vaginismo e la dispaurenia.

Il vaginismo è quello spasmo ”involontario” dei muscoli che circondano l’accesso vaginale e che impedisce la penetrazione, è un insieme di dolore, ansia, paura, paura del dolore e della paura, paura del coito e dell’intimità. Al suo esordio, spesso non viene riconosciuto né dalla donna, né dal suo partner, viene spesso confuso con un evitamento dell’intimità su base ansiosa e/o morale o religiosa e, viene letto come un comportamento tendente alla capricciosità ed all’infantilismo.

La dispaurenia è caratterizzata da dolore genitale persistente, che si manifesta in associazione al coito o subito dopo, rendendo spesso il rapporto sessuale difficoltoso ed a volte impossibile; lasciando inoltre nella memoria corporea di chi lo vive, uno sgradevole ricordo, che non facilita i successivi momenti di intimità.

Le donne con calo del desiderio sessuale, non manifestano alcun interesse per la vita intima sotto le lenzuola, sono abitate da un iper-controllo cosciente della sfera della seduttività, sensualita e sessualità, quando i loro partner diventano richiedenti, loro diventano evitanti e fuggitive.

L’anorgasmia coitale, è quella disfunzione sessuale femminile, che impedisce alle donne di sperimentare l’esperienza dell’orgasmo, nei casi meno severi, vivono “orgasmi tiepidi”, scevri da coinvolgimenti emozionali.

Credo, fermamente che una diagnosi precoce e tempestiva delle dolorose disfunzioni sessuali femminili, ed una successiva terapia psico-sessuologica ,possa essere la strada maestra per l’accesso meritato alla sfera del piacere ed il percorso verso una buona qualità di vita della donna e della coppia.

Dottoressa Valeria Randone
www.valeriarandone.it
Catania

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