Dislessia, in Italia ne soffre un milione e mezzo di persone

Ammontano a circa un milione e mezzo in tutta Italia le persone con dislessia evolutiva e gran parte di esse risente nella vita di tutti i giorni di forti limitazioni e conseguenze sul piano sociale e professionale.

Così come definita dagli studi scientifici «la dislessia è una disabilità dell'apprendimento caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e fluente e da scarse abilità nella scrittura»: non si tratta né di malattia né di problema mentale, ma di un disturbo che se diagnosticato correttamente sin dai primi anni della scuola primaria in molti casi può essere curato, senza condizionare una vita intera. Tra le conseguenze più gravi rientra quella che porta i bambini dislessici a non essere compresi, confondendo una reale difficoltà con pigrizia o addirittura stupidità: questo li porta spesso a perdere la propria autostima, a forme di depressione o ansia, rinunciando così alle tante opportunità che la normale capacità di memoria consente.

Sensibilizzare le realtà scolastiche, professionali e istituzionali, attraverso iniziative e attività di ricerca, è ciò che da tempo fa il Servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Asp Catania, attualmente diretto da Rosaria Correnti, che vanta un gruppo di studio sulla dislessia formato da operatori sanitari esperti, che comprende neuropsichiatri infantili, psicologi, pedagogisti e logopedisti.

Il gruppo – istituito da Sebastiano Russo, già caposervizio, e coordinato da Marinella Laudani - in accordo con l’Aid (Associazione italiana dislessia), ha strutturato un protocollo diagnostico che garantisce una corretta diagnosi, attraverso la presa in carico globale del dislessico presso l’Unità operativa competente territoriale.

«Da diversi anni l’Azienda sanitaria etnea – spiega il direttore generale Giuseppe Calaciura – sostiene il percorso del soggetto dislessico, seguendolo fino al suo ingresso all’Università, con cui nel 2004 è stato siglato un accordo che prevede l’assegnazione di un tutor e la concessione di tempi supplementari. Offrire la giusta consulenza e assistenza per l’identificazione del problema o per l’approccio riabilitativo e scolastico è il metodo più giusto che ci ha dato e ci darà risultati soddisfacenti».

L’Asp Catania realizza infatti un percorso di sostegno che prevede anche l’attività di formazione nelle scuole – dove l’incidenza di soggetti dislessici è del 5% - articolata in convegni e corsi intensivi rivolti sia agli insegnanti che ai genitori: attualmente è in corso un’attività di screening in alcune scuole-pilota di Catania e provincia finalizzata a individuare precocemente il disturbo e a intervenire per tempo.

Tale percorso ha fatto sì che s’instaurasse nel tempo una sinergia con le istituzioni, nel rispetto di una condizione necessaria e indispensabile ai fini di un corretta informazione: «La diagnosi di dislessia – spiegano le dott.sse Correnti e Laudani – per essere uniformata ai protocolli nazionali, va effettuata in strutture sanitarie pubbliche accreditate, in grado di garantire valutazioni multi professionali specifiche, come già da tempo accade presso il servizio di Neuropsichiatria infantile della nostra provincia».

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