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Il favoloso e terribile mondo degli adolescenti

Una delle prerogative della mente umana è la narrazione della realtà. Con la rappresentazione del mondo l’essere umano si è aiutato a superare fatti inspiegabili e dolorosi. Per fare ciò si è avvalso della sua predisposizione all’arte e alle sue muse in tutte le forme. La fase umana dell’adolescenza si è sempre dimostrata quella più affascinante e segreta. La beata gioventù tanto ambita e poi subito rimpianta.

Nei miti classici la morte o violenza, in quella età, veniva sublimata perché era difficile da accettare. Le Metamorfosi di Ovidio sono piene di racconti di giovani che vengono tras-formate in qualcos’altro. Una su tutte citiamo la ninfa Aretusa da Siracusa.

In effetti l’adolescenza è la fase evolutiva della trasformazione. Ma proprio perché in continuo cambiamento è difficile da tenerne viva la memoria.

Così l’adulto preso dagli affanni quotidiani dimentica quel periodo o ricorda solo a tratti. Sbiadiscono come una vecchia foto i volti e i nomi dei compagni di classe con i quali si è condiviso pezzi di cuore. Eterne promesse d’amore incise su qualche albero o muro di periferia mai più riconfermate. In quest’ultimo periodo sta succedendo proprio questo: il mondo degli adulti non sa riconoscere anzi si scopre che non sa proprio nulla del mondo degli adolescenti.

L'ADOLESCENZA: UN CONTROSENSO
Sembrerebbe un controsenso. Se è vero che parte della popolazione soffre della sindrome di Peter pan, dovrebbe avere chiaro cosa succede. Invece non sembra esserlo, forse perché una cosa è fare gli adolescenti e a cinquant’anni e cercarsi la fidanzatina su facebook mettendo una fotina dei cartoni animati, altra cosa è esserlo veramente con tutto il dolore e la sofferenza insita in una trasformazione.

Così per esempio, non si capisce qual’era il rapporto fra la povera Sarah e la cugina Sabrina o non si riesce ad ipotizzare cosa sia successo a Yara

Gli adolescenti sono piramidi piene di stanze segrete.

Hanno difficoltà a parlare con gli adulti soprattutto quando capiscono che non verranno mai ascoltati e sicuramente giudicati.

IL RUOLO DELLA TELEVISIONE
Altra storia buffa è il ruolo della televisione. Ci verrebbe da pensare, per assurdo, che sia lei a far scomparire con cadenza trimestrale l’adolescente di turno, data l’alta audience, con i contratti pubblicitari che aumentano e il costo basso della produzione.

Noi proporremmo un canale tematico, una “teletragedy” così non si farebbe violenza a quel pubblico televisivo che crede ancora nella “tv cultura o svago”. Ma il fatto più inquietante ci è capitato di sentirlo qualche giorno fa. Due signori parlando della sera precedente confidavano candidamente di aver fatto un bel pianto liberatorio davanti al film One Million dollar baby. Invece su Sarah e Yara non si piange più.

Giuseppe Lissandrello
Psicologo/Psicoterapeuta Cognitivo

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