Influenza A, i dati dell’Asp di Siracusa

Su 21 mila dosi di vaccino contro l’influenza AH1N1 consegnate all’Asp di Siracusa ad oggi ne sono state somministrate circa 3.500 tra le categorie previste.

Moderata l’adesione degli operatori sanitari alla vaccinazione. I dati relativi all’ospedale Avola-Noto forniscono un’affluenza pari al 40 %: su 400 operatori sanitari a vaccinarsi sono stati in 160 con nessuna reazione avversa al vaccino rilevata.
Secondo i dati forniti dal responsabile dell’Ucap (Unità di crisi aziendale per la pandemia) Rosario Di Lorenzo, gli accessi totali per tutte le patologie ai pronto soccorso degli ospedali dell’Asp di Siracusa sono risultati stabili in tutte le settimane dal 19 ottobre ad oggi.

In particolare, 400 a settimana per gli ospedale di Noto, Avola, Lentini, circa 200 a settimana per l’ospedale di Augusta e circa 1200 a settimana per l’ospedale di Siracusa.
Il numero dei ricoverati in reparti medici per sindrome influenzale dal 19 ottobre ad oggi è stato di 64 pazienti. Nel dettaglio, 5 all’ospedale di Noto, 7 ad Avola, 38 a Lentini e 21 a Siracusa.

4 sono stati trasferiti e ricoverati presso il reparto di Rianimazione dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Di questi, due sono ancora ricoverati, uno è deceduto, un altro è stato ricoverato all’ISMETT di Palermo. Un quinto è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione di Modica. Questi 5 pazienti al tampone sono risultati positivi all’AH1N1.
“Tali dati - sottolinea Rosario Di Lorenzo - suggeriscono alcune riflessioni. Innanzitutto, che non c’è stata l’aderenza aspettata alla vaccinazione: tale dato può essere spiegato dall’effetto delle notizie di stampa nazionali non univoche sulla sicurezza vaccinale, nonostante tutti i soggetti istituzionali dell’ASP abbiano fatto la loro parte nella diffusione delle giuste informazioni sulla vaccinazione stessa e abbiano fatto in modo che l’accesso ai centri vaccinali non avesse ostacoli. Inoltre, che non c’è stato fino ad ora il temuto collasso delle strutture sanitarie specie dei pronto soccorso. I casi giunti all’osservazione degli ospedali sono stati per la maggior parte casi importanti e di questi alcuni sono stati giustamente ricoverati e altri sono stati rimandati a domicilio. Tale dato potrebbe essere dovuto ad una buona informazione alla popolazione sulla non pericolosità della sindrome, alla buona organizzazione dei medici di medicina generale che stanno gestendo al meglio i propri pazienti e alla professionalità degli operatori dei pronto soccorso”.

Il responsabile dell’Ucap, infine, lancia un appello alla vaccinazione: “Le categorie a rischio e principalmente i bambini con patologie associate e le donne gravide dopo il terzo mese devono sentire la necessità di vaccinarsi in quanto queste due categorie hanno dato i maggiori tributi ai casi più gravi della malattia. Ovviamente anche le altre categorie previste: soggetti fino a 65 anni con patologie specie cardiorespiratorie devono vaccinarsi. Gli operatori sanitari e le categorie di pubblica utilità devono sentire l’obbligo morale di vaccinarsi per essere efficienti per le cure e i servizi alla popolazione durante la pandemia”.

Un invito, infine, a continuare a far passare dal proprio medico curante la gestione dei sintomi influenzali e la necessità di un eventuale ricorso alle cure ospedaliere e ad astenersi durante tutta la fase di pandemia di recarsi in ospedale in qualità di visitatori se non nei casi di necessità per evitare di diffondere il virus all’interno degli ospedale e ai ricoverati.

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