Italia, aumenta la sopravvivenza ma si muore per pigrizia
ROMA - Negli ultimi anni nel nostro paese è aumentata la sopravvivenza di vita, rimasta in linea con gli standard del nostro Paese: si è passati infatti da una speranza di vita di circa 74 anni per gli uomini e di 80 per le donne nei primi anni '90 a 78,4 e 84 anni, rispettivamente per gli uomini e per le donne.
E' quanto si legge nella Relazione sullo Stato Sanitario del Paese, presentato questa mattina al ministero della Salute, dalla quale emerge che i tassi di mortalità specifici per età, a seguito del progressivo invecchiamento della popolazione italiana, registrano una diminuzione in tutte le classi. Dal punto di vista territoriale, si conferma, in generale, il primato della Campania per la quale si registra la situazione più svantaggiata in termini di mortalità, sia per gli uomini che per le donne. Il quadro migliore appartiene invece alla regione Marche.
Ma il dato interessante è che anche la mortalità infantile mostra un andamento in continua diminuzione, con una riduzione, dal 2001 al 2006, del 19 per cento per i maschi e del 31 per cento per le femmine. Anche in questo caso però permangono differenze fra le regioni del Nord e Centro e quelle del Sud del Paese. Dalla relazione emerge inoltre che tre morti su quattro (70%), sono dovute, come da tradizione, alle malattie del sistema circolatorio e ai tumori. Per gli uomini i tumori rappresentano il 35,1 per cento delle cause di morte e le malattie del sistema circolatorio il 34,9, contro rispettivamente il 25,6 per cento e il 43,8 per cento delle donne. La terza causa di decesso e invece determinata dalle malattie dell'apparato respiratorio (7,4% uomini, 5,4% donne).
61% ITALIANI OK, DONNE PIU'PESSIMISTE - Le aspettatitive di vita in Italia hanno mostrato negli ultimi anni un sensibile miglioramento (con un divario tra uomini e donne pari quasi a 6 anni) e gli italiani si sentono per la gran parte in buona salute, anche se più di 1 su 10 è costretto a convivere con almeno una patologia cronica.
Circa il 61 % della popolazione italiana si considera in buona salute, mentre il 6,7 % dà una valutazione negativa delle proprie condizioni fisiche. Con una propensione a sentirsi male in genere più alta nelle donne, e che aumenta con l'avanzare dell'età. In base ai dati del 2005 si evidenzia che degli 83,7 anni mediamente vissuti da una donna, solo 51,6 sono vissuti in buona salute mentre per un uomo dei 78,1 anni vissuti in media 54,5 sono vissuti in buona salute. Ma sono sempre di più, anche in seguito all'allungamento della vita, i cittadini a dover convivere con patologie croniche di vario genere.
Quelle più diffuse sono l'artrosi e le artriti (18,3%), seguite dall ipertensione arteriosa (13,6%) e dalle malattie allergiche (10,7%). Le donne evidenziano prevalenze di cronicità superiori agli uomini, in particolare per quanto riguarda l'artrosi e l'artrite, l'osteoporosi e la cefalea. Mentre gli uomini lamentano prevalenze maggiori per la bronchite cronica e l'enfisema e per l'infarto. In generale risulta che il 13,1% della popolazione è affetto da almeno una fra le patologie croniche più rilevanti, con una prevalenza femminile (17,2%) e uno svantaggio dei residenti nelle Regioni del Sud e nelle isole.
28.000 MORTI ANNO, ANCHE PER PIGRIZIA - La Pigrizia e il fumo rappresentano nel nostro Paese due cause di morte dure da debellare. Nel primo caso, infatti, l'inattività fisica contribuisce in maniera rilevante al 5% del totale dei decessi (circa 28 mila persone l'anno), mentre nel secondo le stime indicano che sono attribuibili al fumo da tabacco in Italia dalle 70.000 alle 83.000 morti l'anno. E che oltre il 25 per cento di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.
Riguardo all'attività fisica la relazione del ministero aggiunge che per la stessa causa ammontano al 3,1 per cento gli anni di vita in buona salute persi per invalidità e morte prematura. D'altronde l'esistenza di una relazione tra attività fisica, stato nutrizionale, stato di salute e alcune malattie cronico-degenerative è riconosciuta da sempre. E in Italia, secondo i dati Istat del 2008, il 40,2 % della popolazione non pratica né attività sportiva né attività fisica nel tempo libero, con un indice di sedentarietà che è più frequente tra le donne(45%) che tra gli uomini (35,3%).
FARMACI: 1,7 MILIARDI DI CONFEZIONI, 80% AGLI OVER 55 - Le farmacie pubbliche e private nel corso dell'anno hanno dispensato complessivamente circa 1,7 miliardi di confezioni, corrispondenti a 29 confezioni di farmaco per abitante. I dati provenienti dall'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali (OsMed), sono contenuti nella relazione sullo Stato Sanitario del Paese, presentata questa mattina al ministero della Salute. Circa il 60 per cento dei consumi dei farmaci si concentra nella popolazione con più di 65 anni di età e l'80 per cento nella popolazione con più di 55 anni. I farmaci del sistema cardiovascolare sono i farmaci maggiormente utilizzati, (32,7% circa di tutti i consumi) con una copertura del Servizio sanitario nazionale del 94 per cento. Le altre categorie a maggior consumo sono costituite dai farmaci dell'apparato gastrointestinale e metabolismo (13,9%) che comprende anche i farmaci contro il diabete, dai farmaci del sistema nervoso centrale (10,0%) ed i farmaci ematologici (9,8%). I farmaci antimicrobici sono tra gli ultimi posti in consumo percentuale, anche se l'Italia è il terzo paese europeo con il consumo più elevato di antibiotici. A livello territoriale, l'utilizzo dei farmaci è soggetto ad importanti variazioni regionali, caratterizzate da un maggior consumo (e livello di spesa) nelle Regioni del Centro-Sud rispetto alle regioni del Centro-Nord.
UNO SU 10 HA DENTI SANI,PROBLEMI 60% UNDER 18 -Solo un italiano su 10 può vantare una bocca veramente sana, senza neanche una carie o una infiammazione: è la relazione sullo stato sanitario del Paese a indicarlo, presentata oggi al ministero del Welfare, sottolineando anche la stretta correlazione con il reddito. Il Nord è più sano, seguito dal Centro. Quasi il 60% degli individui di età compresa tra i 13 ed i 18 anni ha già avuto almeno una lesione cariosa. Gli adolescenti che appartengono a famiglie a più alto reddito e frequentano scuole secondarie di secondo grado mostrano pero un livello di problemi dento-parodontale meno elevato. Negli individui di età compresa tra 19 e 25 anni c'é invece una prevalenza di patologia superiore all'80%. A differenza di ciò che avviene per le patologie dento-parodontali, il cancro orale risulta di più frequente riscontro al Nord del Paese. Infatti, il tasso standardizzato di incidenza è 12,1 per cento al Nord,7,5 per cento al Centro e 6,8 per cento al Sud. Dati, sottolinea la relazione, probabilmente attribuibili sia ad una maggior sorveglianza epidemiologica realizzata nel Nord del paese, sia ad una maggior esposizione della popolazione ai principali fattori di rischio.
