L’importanza del sostegno psicologico nei malati di cancro
La malattia oncologica colpisce secondo le statistiche Dell’W.H.O. (Organizzazione Mondiale della Sanità) una persona su tre ed in Italia si contano 250.000 malati ogni anno. La persona colpita dalla malattia soffre in tutti gli ambiti compreso quello spirituale perché la malattia oncologica colpisce tutto il sistema uomo e l’ambiente con cui interagisce.
In quest’articolo ci soffermeremo sulla dimensione psicologica.
Ancora oggi dopo che in Italia esiste da 25 anni una disciplina della psicologia clinica sopranominata per convenzione psico-oncologia c’è ancora qualcuno nel mondo medico-sanitario che tenta di minimizzare la sofferenza in questa dimensione umana.
Sin dalla tesi di laurea discussa alla Sapienza di Roma qualche decennio fa (per i colleghi che mi chiedono dove ho studiato) tratto questa disciplina afferendo alla S.I.P.O. (Società Italiana di Psico-Oncologia) ed essendone il segretario del coordinamento siciliano.
Per essere considerati esperti in questa disciplina proprio per la complessità della malattia neoplastica è richiesta una formazione psicologica, psicoterapica o psichiatrica ed un esperienza in questo settore di almeno cinque anni. Il sostegno psicologico per una guarigione totale, così come provato da migliaia di ricerche scientifiche, ove è possibile è di fondamentale importanza.
Sia il malato ma anche i suoi familiari, soprattutto chi se ne prende cura - il cosiddetto Caregivers - sviluppa quasi sempre una forma di patologia dell’umore denominata sindrome ansioso-depressiva reattiva neoplastica. Con tutta una serie di ricadute negative sia personali che sociali. Quindi sfatiamo la credenza popolare che lo psicologo serve solo per i pazzi. Forse proprio a loro serve meno, servirebbe di più a tutti quelli che si considerano normali.
La compliance alla terapia ad esempio cioè la collaborazione del paziente passa attraverso lo stato psicologico. Tra gli effetti collaterali alla chemioterapia i più fastidiosi sono la nausea ed il vomito anticipatorio cioè non provocato dal farmaco antiblastico ma dal condizionamento operante ansioso sviluppatesi nel malato. Negli anni sono state create ed applicate molte tecniche psicologiche per aiutare le persone in fase attiva di malattia a ridurre questi disturbi la maggior parte sono di matrice cognitivo-comportamentale. Ma abbiamo anche le terapie cosiddette complementari come la musicoterapia, il Reiki, la mediazione corporea, per citarne solo alcuni, ultima ma non ultima la mandala terapia.
Il sostegno psicologico è fondamentale in fase di fine vita dove entrano in ballo le cure palliative. Oggi dal cancro si può guarire. I casi di remissione di malattia sono sempre più frequenti. Ma la guarigione fisica non va di pari passo a quella psicologica.
I sopravvissuti
Da recenti studi, i cosiddetti survirvors anche dopo alcuni anni lamentano disturbi dell’umore, disturbi cognitivi, del sonno e della sfera sessuale. La persona guarita dal cancro può essere paragonata ad un reduce dal fronte di guerra e la sintomatologia psicologica è paragonabile ad un disturbo post traumatico da stress. Fermo restando che in fase di malattia attiva l’interlocutore privilegiato debba essere per il malato l’oncologo o il chirurgo di fiducia, non si spiega a rigor di logica come in questa fase, dove c’è una problematica prettamente psicologica che peggiora la qualità di vita, in Italia siano sempre i medici ad avere il “controllo” del paziente. Nel caso in cui doveste imbattervi in questa difficile malattia chiedete sempre la figura dello psicologo e se non è presente nell’equipe curante continuate a chiederla.
La prevenzione
L’arma migliore contro il cancro rimane ancora la prevenzione. Ognuno di noi dovrebbe almeno una volta all’anno fare degli esami di routine come quelli ematochimici. Non abusare di alcool e sigarette perché al di là se vi siano delle correlazioni dirette con la malattia, un corpo meno debilitato reagisce meglio e più a lungo alle cure antiblastiche. Non dimentichiamoci che lo stesso discorso vale sempre per la psiche.
Dott. Giuseppe Lissandrello Psicologo,Psicoterapeuta Cognitivo
