Malattie respiratorie, esperti a confronto in Sicilia
Riflettori accesi su asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva in occasione dello Pneumomeeting della due Sicilie sul tema “La patologia respiratoria: approcci e innovazione”, che ha riunito i maggiori pneumologi del Mezzogiorno.
Le due malattie rappresentano un grave problema di salute in tutto il mondo e in particolare in Italia: l'asma allergico colpisce oltre 100mila persone ed è in aumento soprattutto fra i bambini, mentre la broncopneumopatia ha un'incidenza pari a 2,6 milioni di persone (con 18.000 decessi l'anno) e secondo dati Istat rappresenta la quarta causa di cronicità dopo artrite/artrosi, ipertensione e allergie, e il 50 % delle morti dovute a malattie respiratorie.
Tecniche diagnostiche e terapie sono in continua evoluzione: abbiamo incontrato il prof. Nunzio Crimi, ordinario di Malattie respiratorie dell'Università di Catania per approfondire le tematiche e le novità della ricerca medica, con particolare riferimento all'asma.
Oltre 100mila persone in Italia sono colpite da asma allergico: prof. Crimi, qual è la situazione in Sicilia e in particolare nel catanese?
La situazione siciliana e del catanese riflette quella italiana: le malattie croniche ostruttive rappresentano una componente importante sia come impegno medico che come costi sanitari. L'asma bronchiale colpisce il 5% degli italiani e dei siciliani; anche altre malattie respiratorie hanno un'incidenza molto forte, tanto che rappresentano la terza causa di mortalità.
Quali sono i campanelli d'allarme dell'asma e le fasce d'età colpite?
I sintomi sono quelli tradizionali: difficoltà respiratorie, mancanza d'aria, crisi improvvise. L'asma colpisce tutte le fasce d'età, in particolare quelle giovani come bambini e adolescenti; ma non si deve sottovalutare nell'età adulta, che anzi è quella tipica per le forme più gravi di asma, ad esempio per le donne durante e dopo la menopausa. Poi esistono forme fatali, tuttavia rarissime.
Quali sono le terapie per l'asma?
Cortisonici, bronco-dilatatori e anti-infiammatori consentono di ridurre le forme moderato-gravi, ma oggi sono importanti anche i trattamenti con farmaci biologici. Si deve curare in modo costante e continuativo per evitare forme acute, che comportano cure cortisoniche e “drammatiche” per i pazienti, con il rischio di finire al pronto soccorso.
Ci sono novità nelle terapie?
Esistono tante nuove terapie: la più efficace è certamente quella a base di omalizumab, perchè blocca ab origine il problema, fermando gli anticorpi responsabili della reazione allergica. E' un trattamento innovativo e di costo superiore rispetto alle terapie tradizionali, ma paradossalmente conveniente per il sistema, perchè se applicato in maniera oculata, secondo regolamentazioni internazionali e solo nei centri specializzati, riduce in misura notevole l'evoluzione della malattia e i ricoveri ospedalieri. Naturalmente si tratta di una cura che agisce in forma specifica, quindi indicata esclusivamente per pazienti allergici, e meno controllati (circa il 3%) e comporta un importante miglioramento della qualità della vita, compromessa nelle forme più gravi.
Quali problematiche riscontra nel sistema sanitario regionale, in riferimento alle malattie respiratorie e all'accesso alle cure?
La macchina amministrativa funziona bene, ma potrebbe funzionare meglio. Un impegno maggiore può essere rivolto soprattutto al territorio, al fine di evitare il ricovero nei quadri di insufficienza respiratoria grave, quindi intervenire nell'intercettazione del malato nelle fasi precoci con terapie iniziali certamente meno costose rispetto a quelle avanzate, che necessitano del ricovero. A mio avviso, bisogna intervenire su tre problemi, che invece sono affrontati bene da altre Regioni: per la cura intensiva respiratoria sono pochi i posti letto, mentre in altre realtà la situazione è migliore e consente di evitare che i pazienti finiscano in rianimazione; poi la riabilitazione respiratoria o cardio-respiratoria carente in Sicilia e alquanto importante come possibilità per il malato; infine i nuovi trattamenti biologici, come omalizumab, sono rimborsati dalla Sistema sanitario regionale solo in day hospital o col ricovero ordinario, a differenza di altre Regioni. Questa regola, nata per limitare la prescrivibilità di trattamenti costosi, oggi appare un controsenso, perchè così facendo si spende comunque di più per i ricoveri, dato che il budget incide sui singoli reparti.
