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Piatti meno salati per prevenire ictus e infarti

Sostenere che risiede in cucina un’ infallibile metodi salva-vita suonerebbe a buon diritto esagerato. La ricerca condotta da un gruppo di ricercatori di San Francisco rappresenta però un ottimo viatico verso la soluzione di problemi che la medicina specialistica (non per suoi demeriti ) arranca nel risolvere.

LO STUDIO
La ricerca è stata pubblicata pochi giorni fa sul New England Journal of Medicine. Gli studiosi oltreoceano affermano che basterebbe ridurre di 3 grammi la quantità di sale ingerita quotidianamente, per garantire all’organismo una resistentissima corteccia immunitaria contro ictus ed infarti.

NUMERI CHE FANNO BEN SPERARE
L’elemento interessante dello studio sono i dati numerici che lo supportano. Negli Usa una riduzione del sale ingerito secondo i termini predetti comporterebbe all’anno 99 mila infarti in meno, 66 mila ictus ed in generale 92 mila decessi in meno legati a problematiche cardiovascolari. Ma già diminuire l’apporto salinico quotidiano di un solo grammo farebbe correre al cuore rischi in percentuale più bassa rispetto alla norma.

LE DONNE NE BENEFICIEREBBERO DI PIU’
Dall’abitudine a consumare piatti meno salati ne trarrebbero beneficio in primis le donne: tra loro ci sarebbe un calo del 15% di ictus o infarti. 6% in meno di decessi per gli adulti in età compresa fra i 35 ed i 64 anni.

SENSIBILIZZAZIONE SOCIALE
Numeri ipotetici, calcolati però su basi scientifiche. E quindi raggiungibili. Per ottenere risultati simili bisognerebbe attuare un poderoso lavoro sul campo. In primis a livello di sensibilizzazione sociale, e sappiamo quanto irto d’insidie sia un percorso del genere. Basti pensare alle innumerevoli campagne contro il fumo o l’alcool, i cui risultati stentano da decenni ad arrivare. Da qui dovrebbe procedere ad una progressiva “desalinizzazione” dei cibi prodotti dalle industrie, tale da abituare le papille gustative dei consumatori ad un cibo sempre meno salato.

QUESTIONE DI ABITUDINE
Qui risiede con ogni probabilità la resistenza maggiore, ovvero l’abitudine ben radicata nell’individuo, e nella sua oramai abitudinaria assuefazione ad un certo standard minimo di sale presente in ciò che mangia. La tradizione culinaria occidentale prevede il sale come ingrediente primario. Nella cucina mediterranea in particolare, non esiste pietanza che non debba essere salata a buon punto, per poter essere gustata al meglio.

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