(Flickr.com)

Salute, Catania provincia con le mamme più giovani

La provincia metropolitana di Catania è quella che spicca per avere le neomamme più giovani, infatti l’età media della donna al parto è di 29,6 anni (a pari merito con Napoli), contro un valore medio nazionale di 31,1 anni (dato 2005).

Sono alcuni dei dati che emergono dalla prima edizione del Rapporto Osservasalute Aree metropolitane 2010 redatto dall’Osservatorio Nazionale per la Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma, coordinato dal professor Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene
della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Ateneo del Sacro Cuore.

Il Rapporto, realizzato proprio nell’anno che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dedica alla Salute Urbana, si pone l'obiettivo di analizzare lo stato di salute delle popolazioni e
l’offerta dei servizi sanitari erogati nelle aree metropolitane delle province italiane, attraverso la descrizione quantitativa di alcuni indicatori socio-demografici, ambientali e relativi all’offerta sanitaria, che permettono di avere un quadro dettagliato di realtà importanti del nostro Paese, che hanno situazioni demografiche ed epidemiologiche del tutto peculiari.

IDENTIKIT DELLA PROVINCIA
L’area metropolitana di Catania presenta una discreta quota di anziani: nella classe di età 65-74 anni i maschi, 43.619 nel 2003, sono divenuti 43.494 nel 2007 (-0,29%) andando a costituire l’8,34% dei maschi residenti nella provincia metropolitana contro
una media nazionale del 9,91%. Le femmine, invece, 52.603 nel 2003, sono passate a 51.774 nel 2007 (-1,58%) e ammontano al 9,28% delle femmine residenti in provincia contro una media nazionale del 10,94%. Per la classe degli over-75enni, invece, i maschi erano 28.957 nel 2003, sono diventati 33.237 nel 2007, (+14,78%) e sono il 6,38% della popolazione maschile residente (contro una media nazionale del 7,29%). Le femmine sono passate da 45.001 a 51.688 tra 2003 e 2007 (+14,86%) e corrispondono al 9,26% delle femmine residenti, contro una media nazionale dell’11,68%.

Per quanto riguarda la salute riproduttiva della donna, l’area di Catania presenta un tasso di fecondità totale di 1,464 figli per donna contro un tasso medio italiano di 1,311.

Catania risulta avere una speranza di vita alla nascita di 77,42 per gli uomini e 82,51 anni per le donne (dati 2005) contro valori medi italiani di 78,09 e 83,66 anni rispettivamente.

Le donne dell’area metropolitana sono quelle che hanno guadagnato
più anni di vita attesa dal 2001, +1,67 anni.

L’area metropolitana di Catania presenta valori molto bassi per speranza di vita a 65 anni (uomini: 16,96 anni; donne: 20,16 anni) contro valori medi italiani di 17,46 anni e 21,29 anni rispettivamente.

L’area metropolitana di Catania presenta per la mortalità infantile e neonatale valori molto elevati: 57,49 (la più alta dopo Messina) e 45,54 per 10.000 nati vivi rispettivamente, contro un tasso medio nazionale di 37,01 e 27,06 per 10.000 nati
vivi (dati 2004). Si noti però che entrambi i valori sono molto diminuiti dal 2001.

Nella città metropolitana di Catania le vittime della strada, in controtendenza col dato medio nazionale, sono aumentate dal 1997 al 2001, anno in cui si riscontra per gli uomini una mortalità pari a 1,86 per 10.000 (+0,54% dal 1997) contro una media
nazionale di 2,07. Si riscontra tra le donne un valore di 0,40 casi per 10.000 (+25,00% dal 1997, l’aumento maggiore), contro una media nazionale di 0,53 per 10.000.

LA SALUTE DELL’AMBIENTE
Complessivamente l’area di Catania appare ancora debole per quanto riguarda l’attenzione all’ambiente che non gode di ottima salute.

Nel 2008 solo il 23,0% della popolazione (il valore più basso di tutte le province metropolitane) usufruisce dei trattamenti di depurazione delle acque reflue, contro una media nazionale dell’87,7% calcolata come media dei 111 comuni capoluogo di provincia. Le acque reflue contengono un'elevata quantità di composti chimici di origine sintetica (impiegati prevalentemente nel settore industriale), composti che devono essere smaltiti in maniera adeguata per non danneggiare l’ambiente e mettere a rischio la salute della popolazione (in quanto il mare, i fiumi ed i laghi non possono ricevere una quantità di sostanze inquinanti superiore alle proprie capacità auto-depurative altrimenti la qualità delle acque e i normali equilibri dell'ecosistema saranno irrimediabilmente compromessi). Si noti però che il trattamento delle acque reflue appare particolarmente complesso in città di tipo marino/portuale come Catania, le cui caratteristiche idrogeografiche possono rendere difficile la realizzazione di impianti gravimetrici funzionali (acque alte periodiche, variazioni altimetriche con inversione di flusso etc.).

Quanto al monitoraggio della qualità dell’aria la provincia metropolitana di Catania presenta una densità di centraline nel 2008 di 4,70 per 100.000 abitanti (+11,37% dal 2003) contro un valore medio nazionale di 2,33.


L’area metropolitana di Catania è ultima in classifica per l’indice di attenzione all’eco-compatibilità, con 4,31 punti (anno 2008). Questo indicatore offre una stima del grado di attenzione alle compatibilità ambientali da parte della
provincia e che si calcola tenendo conto di diversi fattori (acqua, aria, energia, rifiuti, rumore, trasporti e verde urbano). L’indice è però aumentato del 3,11% dal 2007.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti la provincia metropolitana di Catania registra il valore peggiore per quanto riguarda la quantità procapite di rifiuti urbani raccolti pari a 784,0 Kg per abitante (kg/ab) nel 2008, contro una media nazionale di 615,8; il dato è però diminuito più che nelle altre province, -5,2%, dal 2003.

Si noti però che l’area metropolitana di Catania presenta nel 2008 un valore molto basso per la raccolta differenziata di rifiuti organici, del rifiuto verde e del legno (6,1 Kg/ab), contro una media nazionale di 52,0 (calcolata sul complesso dei
111 comuni capoluogo di provincia). Il tasso di raccolta differenziata è addirittura diminuito del 31,5% dal 2003.

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