Salute, la tac a spirale aumenta le possibilità di sconfiggere il tumore al polmone

Per il big killer numero uno, il tumore del polmone, esiste finalmente uno strumento di diagnosi precoce, la tac spirale a basso dosaggio, in grado di ridurre la mortalità del 20%. Lo hanno confermato i dati dell’americano National Cancer Institute, punto di riferimento dell’oncologia mondiale, che ha realizzato il più ampio studio clinico a livello internazionale sull’efficacia del tac spirale.

RISULTATI INCORAGGIANTI DALLO STUDIO COSMOS. VERONeSI: SVOLTA NELLE STRATEGIE DI LOTTA AL TUMORE
Risultati in linea con quelli americani sono stati ottenuti dallo studio Cosmos dell’Istituto Europeo di Oncologia. “Si tratta di una svolta che cambierà radicalmente le strategie e le politiche sanitarie in merito alla lotta contro questo tumore”, dichiara Umberto Veronesi: “da oggi non proporre questo esame alla popolazione a rischio (i forti fumatori) diventa un atto non etico, perché li si priva della possibilità di salvare la loro vita. Appena la ricerca sull’imaging ha messo a disposizione la
tac a basso dosaggio, ho creduto nelle sue potenzialità di diventare un esame salvavita, come è la mammografia per il tumore del seno. Già dal 1999 ho promosso all’Istituto Europeo di Oncologia un ampio studio clinico su 1000 fumatori volontari, diventati 6000 nel 2004, che ha dato risultati straordinari: una percentuale di sopravvivenza del 70% dopo dieci anni di controlli.”

“Per 10 anni abbiamo controllato ogni anno con tac spirale a basso dosaggio un totale di 6000 forti fumatori (che hanno fumato almeno un pacchetto di sigarette al giorno per 20 anni) o ex
forti fumatori che hanno smesso da meno di 10 anni”, commenta Massimo Bellomi, Direttore della Divisione di Radiologia: “Abbiamo eseguito circa 40.000 TC spirali a basso dosaggio ed
abbiamo diagnosticato 297 carcinomi polmonari, che nel 75% dei casi erano in stadio iniziale. Ogni anno la tac spirale ci permette di diagnosticare 1 tumore ogni 100 individui, con una
percentuale che si mantiene quasi invariata nel tempo. Questo esame si è confermato quindi accurato, facile da eseguire (l’esecuzione richiede pochi secondi e non necessita di mezzo di
contrasto) e con livelli di esposizione del paziente alle radiazioni ionizzanti inferiori al 70% della dose raccomandata per gli studi diagnostici dalle normative europee e dalle leggi italiane.”

“L’89% dei tumori è risultato asportabile chirurgicamente in modo radicale”, dichiara Giulia Veronesi, Direttore dell’Unità di Ricerca sulla Diagnosi Precoce e la Prevenzione Tumore Polmonare, “quasi tutti sono stati trattati in modo conservativo con sola lobectomia. La mortalità è stata inferiore all’1%. La sopravvivenza globale di tutti i pazienti con tumore polmonare è stata del 70%, un dato in linea con lo studio del NCI. Ora la nostra ricerca ha l’obiettivo di personalizzare il percorso e le modalità della diagnosi precoce in base ai profili di rischio individuale. Abbiamo messo a punto un modello di rischio in grado di ridurre il numero di tac di controllo del 40%, uno strumento che una volta validato permetterà di ridurre costi ed esposizione alle radiazioni. Siamo impegnati nell’identificare marcatori specifici del sangue che possano sostituire in parte la tac o aumentarne la sensibilità. Inoltre sono allo studio sostanze
e farmaci in grado di agire sulle lesioni pretumorali.”

"La chirurgia toracica ha già saputo dare risposte concrete alle nuove opportunità di cura offerte dalla diagnosi precoce”, dichiara Lorenzo Spaggiari, Direttore della Divisione di
Chirurgia Toracica: “Abbiamo messo a punto e perfezionato tecniche mininvasive impensabili fino a qualche anno fa. Per rimuovere i tumori iniziali oggi si può evitare il taglio e la
divaricazione costale; sono sufficienti piccole incisioni cutanee. Anche la lobectomia viene sostituita dalla resezione parziale del polmone, una tecnica che a parità di efficacia è in grado di preservare la funzione respiratoria e la qualità di vita. Negli ultimi tre anni inoltre la maggior parte dei pazienti con tumore polmonare identificato con lo screening sono stati trattati con il robot: abbiamo eseguito ad oggi circa 100 lobectomie robotiche, 30 delle quali su pazienti provenienti dallo Studio Cosmos”.

“Tutti in IEO siamo convinti che la vera svolta epocale per il tumore polmonare sarebbe l’eliminazione del fumo: senza sigarette sarebbe una malattia rara. E sparirebbe non solo il cancro del polmone, ma anche molti altri tipi di tumore e una grossa fetta delle malattie cardiovascolari. Per questo ai volontari dello studio abbiamo offerto una terapia di disassuefazione dal fumo”, dichiara Carlo Cipolla, Direttore dell’Unità di Cardiologia: “Va detto che l’adesione non è stata affatto immediata, perché i fumatori sono generalmente refrattari alla proposta di smettere. Tuttavia siamo riusciti a ottenere l’iscrizione al protocollo del 55% dei pazienti ancora fumatori; l’80% degli iscritti ha poi effettivamente aderito al protocollo e la percentuale di stop fumo a 1-6 mesi è stata molto alta: 53%.”

“Diagnosi precoce e prevenzione si confermano come gli strumenti più efficaci oggi a nostra disposizione per ridurre la mortalità per tumore e migliorare la qualità di vita dei malati oncologici”, conclude Umberto Veronesi: “Ospedali, centri di ricerca e politica sanitaria non possono più ignorare questa realtà. Forti di questa convinzione, allo IEO istituiremo, forse già nel prossimo anno, un centro di diagnosi precoce per le malattie correlate al fumo.”

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