Maxi e Papu, eccellenti quanto sfortunati contro l'Inter... (calciocatania.com)

Calcio, Catania-Inter (1-2): pagelle rossazzurre

ANDUJAR 6 Il pomeriggio tranquillo che sta trascorrendo viene spezzato prima da un destro di Milito a mezza altezza su cui si distende bene. Poi nel giro di pochi minuti si ritrova due volte Cambiasso davanti, troppo vicino per poter compiere miracoli, e ne prende due sui tre tiri totali subiti nello specchio.

ALVAREZ 6 Un po’ più reattivo rispetto al pallore contro la Roma. Motivo grazie al quale nel primo tempo tiene benissimo sul pericolo Eto’o che opera dalle sue parti. Col passare dei minuti e con le squadre che si allungano vengono meno i raddoppi fino a poco prima puntuali, ed il camerunense lo fa soffrire un pò. Ma è più che normale…

BELLUSCI 6 Caparbio, puntuale, anche un paio di portentose uscite palla al piede. Grazie a lui e Silvestre per 70 minuti i campioni d’Europa combinano meno di zero in zona gol. Sulle due percussioni letali nel cuore della difesa è difficile se non impossibile dare colpe dirette. Ma gli inserimenti del centrocampista arretrato avversario la difesa che marca a zona li soffre sempre…

SILVESTRE 6 Stessa prestazione del compagno di reparto. Duro, puntuale e senza fronzoli contribuisce a domare in modo eccellente le avanzate avversarie per 70 minuti. Qualcosa è venuto a mancare in due sole mortifere circostanze, ma non si ravvisano errori suoi.

CAPUANO 5,5 Un match più che dignitoso viene macchiato in occasione del pari interista. Resta l’unico a salire troppo tardi, consentendo a Cambiasso vita facile per il gol. Sfortunatamente recidivo, perché non è la prima volta. Il raddoppio viene da un cross di Maicon, sempre dalle sue parti, e che fino a quel momento il mancino campano aveva controllato sufficientemente.

CARBONI 6 Consueto lavoro sporco, poco appariscente ma come l’intera squadra tremendamente efficace per tre quarti di partita. Preziosissimo nei raddoppi e rendere sterile la rete di passaggi dei centrocampisti avversari. Nelle rarissime volte che questi hanno alzato i ritmi del palleggio in verticale sono arrivati i pericoli e lui ne ha sofferto.

LEDESMA 6 Alla fine sono più le giocate portate a buon fine che quelle sbagliate. Tiene ritmi medio-bassi nella prima frazione, accelera e contrattacca discretamente nella ripresa. Suo il bel sinistro che Castellazzi neutralizza, in una delle azioni che anticipano la rete rossazzurra. Gli manca ancora quel pizzico di lucidità in certi appoggi che potrebbero capovolgere l’azione molto più rapidamente a vantaggio del Catania.

PESCE 6,5 Riconfermato nel ruolo di interno di sinistra che non gli appartiene, svolge molto bene i compiti tattici che gli vengono consegnati. Primo a sganciarsi per il pressing, utile nei raddoppi e qualche volte pure nelle ripartenze. Nel primo tempo guardingo del Catania è uno dei pochi a tentare la conclusione dal limite. Davvero apprezzabile per abnegazione e spirito di sacrificio produttivo.

LLAMA 4,5 Un fantasma o poco più. L’impressione è che non fosse al massimo, e in realtà nemmeno al 50%. Poco fiato, impreciso, pochissima gamba. Le iniziative pressoché nulle che imbastisce sono una conseguenza. Evidentemente non è pronto a giocare due partite in 3 giorni, anche se oggi è parso spompato dopo venti minuti. Rilevato da Martinho dopo scampoli iniziali di ripresa.

GOMEZ 7 Il suo secondo gol stagionale arriva nella gara odierna al culmine di un pressing rossazzurro tambureggiante. Accorto nel primo tempo, arrembante nella ripresa con guizzi uno dietro l’altro. E’ ancora una volta uno dei migliori, prossimo con ogni probabilità a diventare beniamino dei tifosi. La musica cambia tristemente nell’ultimo quarto d’ora quando la squadra cede, l’Inter mette la terza punta e dalle sue parti non c’è più Chivu ma Zanetti, che sicuramente non gli lascia la stessa libertà d’iniziativa.

MAXI LOPEZ 7 Un’altra grande prestazione dopo l’Olimpico di Roma. Nel secondo tempo tiene in scacco per lunghi tratti l’intera retroguardia avversaria. Le occasioni che si procura fanno capire che il vantaggio sta maturando. Lui non riesce a realizzare ma in ogni circostanza fa il massimo. Rivedendo in tv si intuisce che per due volte è sensazionale Castellazzi. Su una terza spara un destro quasi paradisiaco da fermo fuori area: a salvare l’estremo difensore è solo una preghiera con la palla che lambisce la traversa. Anche il gol di Gomez lo propizia lui, che gira un sinistro tolto dalla porta da un difensore a portiere battuto. Ci vuole coraggio a pretendere di più.

*MARTINHO 6,5 Fa alla grande quello che non era riuscito a dare a Roma. Entrare e scombinare i piani difensivi avversari con la sua facilità di corsa pazzesca. Su uno di questi capovolgimenti tocca per Maxi fermato solo dal piedone di Castellazzi.

*SPOLLI s.v. Entra per la difesa a tre quando l’Inter ha già compiuto il sorpasso.

*ANTENUCCI s.v. Scampoli finali quando la squadra non ha più le forze per replicare all’uno-due avversario.

All. GIAMPAOLO 6,5 Da qui alla fine del campionato al tecnico rossazzurro toccherà lavorare, forse più d’ogni altra cosa, su un’aspetto importantissimo che si chiama personalità. E’ il difettare spesso e volentieri in questo fondamentale che ha fatto smarrire per strada i frutti che potevano essere raccolti firmando imprese meritate. Con le grandi il Catania è stato sempre in vantaggio: Milan, Lazio, Roma ed Inter. In nessuna di queste partite per situazioni diverse, e su cui si potrà discutere in eterno, la banda di Jeanpaul è riuscita a capitalizzare quel beneficio di stare avanti di un gol. Oggi più che nelle altre occasioni, vuoi anche perché lo strameritato vantaggio era arrivato a venti minuti dalla fine, parevano esserci tutte le componenti per fare il tris di “clamorosi al Cibali” della storia rossazzurra. Tutto ha seguito le strategie consolidate del mister. Primo tempo guardingo votato quasi ed esclusivamente a soffocare tutte le fonti di gioco ed i possibili spunti degli avversari. Ripresa a ritmi sostenuti, col cambio Martinho-Llama reso ovvio dalle condizioni dell’argentino che ha dato fosforo e corsa facendo ammattire non poco l’Inter da quelle parti. Occasioni a ripetizione, trame offensive che continuano a migliorare se non altro per la mole di occasioni e proposte d’attacco viste oggi, fino a raccogliere il frutto prelibato del vantaggio. L'Inter pentacampione del 2010 non ci stava francamente capendo nulla, lenta e stoppata ad ogni timido tentativo d'offesa. E poi? Luce spenta? Ritardo nell’ingresso di un altro difensore? Senza voler dare disquisizioni da mister che non sono, mi permetto di pensare che negli ultimi venti minuti di una gara a tratti dominata, si è sentito tutto il differente peso di esperienza, cattiveria e personalità che può esistere tra la grande squadra e la buona squadra. La differenza questo pomeriggio è stata tutta qui.

Arbitro D’AMATO 6 Non subisce negativamente la pressione che poteva scaturire dallo scempio di tre giorni fa a Roma. Dirige in maniera dignitosa e senza condizionamenti.

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